La vittoria di Sarri è il trionfo delle idee, del coraggio e della pazienza. L’ha scoperto a sessant’anni, il buon Maurizio, il gusto autentico del successo, lo straordinario sapore della felicità sudata, conquistata e inseguita a lungo. Il Napoli s’è complimentato col suo ex allenatore, i tifosi lo hanno elogiato dopo aver fatto il tifo per lui, poi si sono accorti che nelle sue parole c’era un indizio, la prova di un destino già scritto: “La professione ti porta a fare certi percorsi…”. Il suo lo condurrà sulla panchina della Juventus, la rivale di sempre che Sarri stava per sconfiggere, salvo poi ritrovarsi tra le mani novantuno punti e un mucchio di rimpianti che il tempo potrà solo offuscare, mai del tutto cancellare.
Per molti si tratterà di tradimento, per altri d’inevitabile scelta, altri ancora fingono disinteresse, preferiscono non pensarci, s’aggrappano alla possibilità che tutto, all’improvviso, possa sfumare. Intanto Sarri si gode il suo trionfo in Europa League, lo fa anche il sorridente Jorginho – troppe volte sottovalutato, sia in Italia che in Inghilterra – e il lunatico Higuain, furioso e poi ad un certo punto allegro, euforico sui social mentre stringe forte tra le braccia una coppa che gli appartiene, pur non avendo (quasi) mai contribuito alla sua stessa conquista.
Ma non si vive di passato, il Napoli lo sa bene: il futuro parte oggi, giorno delle visite mediche di Giovanni Di Lorenzo a Roma. Sarà lui il primo acquisto, poi ne arriveranno altri, con cessioni già programmate. Sta nascendo il Napoli di Ancelotti: sarà aggressivo e verticale, a tratti spettacolare, ogni volta concreto, perché l’obiettivo sarà arrivare in porta nel minor tempo possibile. Poi servirà anche far gol ed è per questo che Milik, presto, sarà in dolce compagnia. Arriverà un’altra punta, potrebbe essere Rodrigo del Valencia o un nome a sorpresa.