Una maxi truffa ai danni dello Stato in riferimento al reddito di cittadinanza è stata sventata dalla Guardia di Finanza negli scorsi giorni. Cittadini rumeni, originari in gran parte di Craiova e Sadova, nella provincia di Dolj in Romania, iscritti nell’anagrafe dei residenti a Cremona e di molti altri comuni della provincia. Sono loro i protagonisti della maxi truffa, scoperta dalla Guardia di Finanza di Cremona, coordinata dalla procura di Milano. Una truffa da oltre 60 milioni che coinvolto diversi comuni lombardi. In centinaia hanno ricevuto indebitamente i soldi del Reddito con un caso particolarmente eclatante: un soggetto che all’atto della presentazione della domanda risultava gravato da provvedimento di cattura. Secondo la Repubblica, la truffa sarebbe ancora più articolata e coinvolgerebbe persone anche morte, le cui identità sarebbero state coinvolte.
Il modus operandi era sempre lo stesso: gli arrestati si presentavano al Caf con i codici fiscali di romeni mai stati in Italia, gli impiegati intascavano dieci euro per ogni pratica o lo facevano gratis ma sotto minaccia. Le domande poi venivano inoltrate all’Inps attraverso due patronati e un Caf e, sempre secondo quanto riferito da Repubblica, venivano istruite da dipendenti e soci della Nova Servizi srl, rappresentata dall’unico soggetto italiano tra gli almeno 16 arrestati. Così, da una parte migliaia di persone hanno ottenuto indebitamente Reddito di cittadinanza o Reddito di emergenza, dall’altra i Caf e i patronati hanno beneficiato dei rimborsi erogati dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l’istruttoria di ogni singola domanda. Denunciate in totale 9mila persone, alcune di esse postavano i video delle mazzette dei soldi su TikTok.