Tron è un film del 1982 diretto da Steven Lisberger. Prodotto dalla Disney, è considerato il primo film di fantascienza a focalizzarsi sulla realtà virtuale. È il primo film della Disney a fare grande uso della computer grafica ed il primo ad essere realizzato con suono registrato esclusivamente in Dolby Stereo. Grazie ad uno stile visivo unico e assolutamente all’avanguardia per l’epoca, è considerato un vero cult. Il film ebbe due candidature ai premi Oscar 1983 (miglior design di costumi e miglior montaggio sonoro).
La pellicola ha come interpreti principali Bruce Boxleitner (Alan Bradley / TRON), Jeff Bridges (Kevin Flynn / CLU), David Warner (Ed Dillinger / SARK / MCP, voce) e Cindy Morgan (Lora / YORI).
Nel dicembre del 2010 è uscito un sequel del film, Tron: Legacy, diretto da Joseph Kosinski, con Steven Lisberger a curare la sceneggiatura ed il ritorno di Jeff Bridges nel ruolo di protagonista.
LA TRAMA Kevin Flynn, giovane e geniale programmatore di software per videogame, è in lotta con la ENCOM, una potente società informatica il cui avido direttore generale, Ed Dillinger, ha fatto carriera facendo passare per suoi i progetti di alcuni videogiochi in realtà creati da Flynn, che anni prima lavorava per la stessa società prima di essere licenziato proprio da Dillinger. Le prove della truffa sono ben nascoste all’interno del megacervellone della ditta e custodite dal Master Control Program (MCP), un sofisticato software di intelligenza artificiale i cui sistemi anti-intrusione rendono praticamente vani i tentativi di infiltrarsi dall’esterno nel sistema. Aiutato da due ex colleghi dipendenti della ENCOM, Alan Bradley e Lora, Flynn riesce una notte ad intrufolarsi nel palazzo della società e ad accedere al database ma, intercettato dal MCP, viene da questo digitalizzato, tramite un laser sperimentale, e spedito in forma di programma all’interno del sistema. Con sua grande sorpresa, Kevin scopre un mondo parallelo dove i programmi, in forma umanoide, vengono costretti ad eseguire ogni ordine imposto dal MCP con l’ obiettivo di accrescere il già grande potere di quest’ultimo. Tramite il programma-comandante Sark, un alter-ego digitale di Dillinger, ed un vero esercito di guardiani il MCP tiene sotto scacco il mondo virtuale e toccherà a Flynn, aiutato dai due programmi ribelli Tron e Yori, alter-ego digitali rispettivamente di Alan e Lora, trovare i dati per incastrare Dillinger ed uscire indenne da un inevitabile scontro con il MCP.
ANALISI DEL FILM Dopo una breve introduzione, che fa conoscere l’estroverso quanto irresistibile carattere del geniale programmatore contrapposta alla cinica e ambiziosa personalità del suo ex-capo, lo spettatore viene immediatamente catapultato in un mondo di pixels e luci al neon dove i giochi visti da dietro lo schermo diventano vere e proprie sfide per la sopravvivenza contro una tirannia priva di coscienza. L’azione scorre lenta e, dopo un iniziale stupore, consente al bambino appassionato di 8 bit, che da adulto vive negli anni 2000, di rivivere l’emozione di quella pittoresca tecnologia in fieri resa indimenticabile dall’inconfondibile stile degli anni ’80.
DA CREATIVI A CREAZIONI Oltre che un surreale e suggestivo omaggio alla realtà virtuale, iniziata con uno schermo ad 8 bit in un garage o in sala giochi con un gettone, il film affronta un tema tipico della fantascienza: il rapporto uomo-tecnologia. Chi crea strumenti all’avanguardia che possono dare un nuovo tipo di distrazione può scoprire ulteriori potenzialità a vantaggio del progresso. Ma se usata in modo sconsiderato, la nuova tecnologia porta gradatamente il creatore – o meglio il creativo – a finire assoggettato alla sua stessa creazione (la dipendenza del direttore Dillinger dal MCP che fin dall’inizio lascia trasparire una smania di potere a danno degli umani-creativi).
Con più spietata drammaticità questo tema viene affrontato in un thriller di Brett Leonard (Il tagliaerbe, 1992), trasposizione di un racconto di Stephen King, prima di tornare in voga alla fine del XX secolo nel capostipite della spettacolare Trilogia delle sorelle Wachowski (Matrix, 1999).
Oggi si vive in un mondo dove la tecnologia digitale prende sempre di più spazio nella vita di tutti i giorni. Ma allo stesso tempo si nota un incremento dell’abuso sconsiderato di indiscussi vantaggi offerti da un pc rinchiuso in un cellulare. Onde contrastare la dipendenza dalla tecnologia, è bene ricordare come tutto sia iniziato come un gioco e come ciò che può divertire può anche far perdere la libertà e la vita dietro un’illusione di controllo. Chi è cresciuto con le vecchie console e ha amato l’omaggio di Steven Spielberg con la trasposizione del romanzo distopico Ready Player One (la recensione del film la trovate QUI) non può non conoscere questo piccolo gioiellino di marca Disney.
CULT DA VEDERE.