Ogni usanza esportata, perde la sua identità originaria, e viene elaborata dal costume e dalla mentalità del luogo in cui arriva.
Per esempio in Francia ultimamente, molti bar di tutte le città, hanno esposto in vetrina un cartello con su scritto: “In questo bar si servono caffè en attente ossia caffè sospesi”.
E’ chiaro che l’idea è stata importata dalla famosa tradizione napoletana del caffè sospeso, ma lo spirito, non è lo stesso.
Il caffè sospeso a Napoli, il gesto di pagare un caffè in più, per uno sconosciuto che non aveva i soldi per pagarselo, era un atto di generosità senza secondi fini.
Invece in Francia a quanto rivela il giornale Il Parisien, l’idea è venuta a un movimento di indignati contro la crisi, che hanno pensato di usare la solidarietà come esca per attirare clienti. Una sorta di accattivante e seduttiva operazione di marketing che mira a conquistare la simpatia del frequentatore di bar.
Questa idea in Francia ha fatto il giro di tutti i network e sono nati molti gruppi che portano avanti l’idea del caffè sospeso come una redditizia fonte di guadagno.
Lo fanno soprattutto i bar che hanno aperto da poco.
E così i bar di Parigi, di Grenoble, di Brest, di Rouen, di Besancon e tanti altri, hanno affisso dentro e fuori i loro locali la scritta galeotta : “qui si serve il caffè sospeso”.
Alcuni stanno pensando di estendere quest’idea anche ai sandwich, alle pizze e addirittura ai pranzi completi.