Tra le storie più interessanti su Netflix, sicuramente, ne riscontriamo una del tutto particolare: “The Good Doctor”. Creata da David Shore, ambientata all’interno dell’ospedale californiano “Bonaventure Hospital”, è incentrata sulle vicende di un giovane medico Shaun Murphy affetto da una sindrome particolare di autismo, quella di Savat. Da sempre incentivato da un personaggio portante presente nel suo corredo vitale, Aaron Glassman, che aveva creduto nelle sue evidenti capacità fin dall’inizio, svolgendo una funzione educativa nei suoi confronti.
La tematica dell’autismo, in effetti, è la reale protagonista della serie. Attualizzando una tematica del genere, vengono delineate in tutte le sfumature e le vicissitudine del percorso del ragazzo, che sottolineano anche un rapporto travagliato con la figura paterna. Figura dalla quale sarà costretto ad allontanarsi, fuggendo da casa. A supportarlo soltanto l’immagine del fratello minore, Steve, il quale però sarà costretto ad abbandonarlo precocemente a cause di un tragico incidente. Lasciato completamente solo, verrà affidato ad una famiglia.
Ma l’evolversi della situazione, a questo punto, porrà il suo accento sull’importanza di Glassman, medico e mentore. Da questo momento in poi Shaun imparerà a fare affidamento sulle sue capacità e sulla sua bravura innata fino a raggiungere un vero e proprio spazio personale all’interno dell’ospedale. E chissà, anche, probabilmente, nella vita.