Non è un weekend come tutti gli altri, o forse si. Il più grande timore che ci può appartenere in questo momento è che la notizia di una attentato non sia più una novità, ma quasi una doccia fredda che prima o poi deve arrivare. Se non sarà questo mese sarà l’altro, se non sarà oggi sarà domani. Ci sveglieremo e leggeremo la notizia di un nuovo attentato in Europa. E’ questa la più grande paura, quella di dover prima o poi abituarci ad indignarci, scendere a patti con la paura.
Una ad una le grandi fortezze d’Europa stanno scricchiolando. Nella notte l’ennesimo attentato ha squarciato il sereno. Londra è stata assalita da un commando di terroristi che hanno portato a termine due attacchi congiunti nel centro, nella zona del London Bridge e del vicino Borough Market. Un furgoncino si è lanciato contro la folla a 80 all’ora sul London Bridge, uomini armati di coltelli sono scesi attaccando i passanti, per poi spostarsi al vicino mercato. 3 i terroristi uccisi, 7 i morti, 48 i feriti. Contemporaneamente a Torino migliaia di persona, accorse per vedere una bella partita di calcio, sono scappate calpestandosi a vicenda per un petardo che ha rimbombato nell’aria come fosse una bomba. La paura ormai ci appartiene. Bisogna trovare il coraggio di affrontarla, con la consapevolezza però che essa ormai sta diventando una compagna di viaggio. Bastarda ma fedele. Non ci vuole abbandonare, per il momento.
Un bollettino di guerra. Perchè è di questo che stiamo parlando, una guerra diversa, ma pur sempre una guerra. Ci stanano per paura, ci costringono ad aver timore del quotidiano, a strozzarci in gola le emozioni per un viaggio. Quasi come bere un caffè salato. Come in ogni conflitto su vasta scala la perdita più grande è quella dell’identità. I morti, i feriti, i poliziotti eroici (spesso con passamontagna) cessano di essere insieme di carne e spirito per diventare solo carne. Ognuno di noi ha una propria storia, con la quale contribuisce a far “girare l’universo”. Ciò che il terrorismo sta provocando è proprio la perdita di un’identità, cessiamo di essere qualcuno per diventare qualcosa. Un numero che va ad incrementare un bilancio. La Storia ricorderà i numeri, non i destini, le trame che hanno portato quelle persone a trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. E’ questa la vera sconfitta della guerra al terrorismo, dall’Inghilterra al Congo, dalla Thailandia alla Russia. Ci hanno tolto il diritto ad avere un orizzonte chiaro, ci hanno tolto il diritto di avere una storia da tramandare, ci hanno tolto il diritto ad avere un nome.
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