Si può usare il telefono durante gli arresti domiciliari? Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare che il giudice applica ogni volta che il soggetto accusato di un reato particolarmente grave, può darsi alla fuga, inquinare le prove o commettere un nuovo reato. Gli arresti domiciliari consistono in una restrizione della libertà personale dell’indagato/imputato, il quale non può allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora per scontare la misura. In nessun caso è possibile scegliere di stare agli arresti all’interno di un immobile occupato abusivamente. È invece possibile, nel caso in cui non si abbia la disponibilità di un’abitazione privata, indicare al giudice un luogo pubblico di cura o di assistenza, oppure una casa famiglia protetta.
Non è possibile lasciare l’immobile in cui il giudice ha disposto che la misura cautelare venga scontata. Tuttavia, si possono ottenere dei permessi che consentono di allontanarsi temporaneamente dalla dimora. Secondo la Legge, infatti, è possibile chiedere al giudice di allontanarsi momentaneamente dal luogo degli arresti per poi farvi immediato ritorno, solo per comprovate esigenze: è il caso della persona che, essendo sola, deve necessariamente uscire per andare a fare la spesa, oppure deve recarsi al lavoro perché altrimenti privo di ogni forma di sostentamento. Al di fuori di queste ipotesi, è a vietato lasciare il luogo degli arresti, anche solo per pochi minuti o anche soltanto per uscire sul pianerottolo o nel cortile del condominio, pena il reato di evasione. Il Pubblico Ministero o la Polizia Giudiziaria, anche di propria iniziativa, possono controllare in ogni momento l’osservanza delle prescrizioni imposte all’imputato. Il giudice potrebbe stabilire ulteriori restrizioni o divieti alla facoltà dell’imputato di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono.
Il giudice potrebbe, inoltre, vietare al soggetto che si trova agli arresti di telefonare o anche solo di inviare messaggi, ad esempio attraverso Telegram o WhatsApp. La particolare restrizione, tuttavia, deve essere giustificata. L’ordinanza con cui il giudice, nel disporre gli arresti domiciliari, vieta all’imputato di usare il telefono deve essere motivata. Ad esempio Tizio, malvivente legato alla criminalità organizzata, viene messo ai domiciliari a seguito di un’indagine che ha portato all’arresto di alcuni narcotrafficanti. Per impedirgli di gestire lo spaccio di droga da casa, il giudice gli vieta l’utilizzo sia del telefono che di internet.
È palese che gli arresti domiciliari con divieto di usare il telefono sono previsti solo per criminali pericolosi. In conclusione, però, il giudice non può proibire all’arrestato di comunicare con le persone che vivono con lui all’interno della stessa abitazione in cui si sconta la misura cautelare. Infatti, è illegittimo prescrivere all’indagato sottoposto agli arresti domiciliari di restare in una determinata stanza dell’abitazione.