Taranto, i cittadini scrivono a Mattarella: “Si rifiuti di emanare il Decreto Salva Ilva”

di Redazione Zerottouno News

I cittadini di Taranto lanciano nuovamente un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il nuovo Decreto del Governo Meloni che offre ancora sostegno ad Acciaierie d’Italia (Ex Ilva). Nelle scorse ore è stata diffusa una lettera a firma di: Comitato cittadino per la Salute e l’ambiente a Taranto, Associazione Genitori tarantini, Associazione Peacelink, Comitato Art. 32 Diritto alla salute – Statte, Comitato Donne e futuro per Taranto libera, Comitato Quartiere Tamburi, LiberiAmo Taranto- APS, Lovely Taranto – APS.

Abbiamo appreso dal comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 14 del 28.12.2022 che è stato approvato un d.l. che introduce misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionalisi legge nella notaPoiché, a quanto ci consta, detta qualifica è attribuita dalla legge ai soli impianti del siderurgico di Taranto, è ovvio che si tratti dell’ennesimo decreto salva ILVA. Perseverare diabolicum est. Tanto più che questa volta le norme adottate vengono riproposte dopo la loro bocciatura da parte dalle massime autorità giurisdizionali, con conseguente condanna dello Stato Italiano, per ben 5 volte, da parte della CEDU, visto che è tuttora in corso un procedimento presso il Consiglio d’Europa per controllare l’esecuzione di tali sentenze. Esse inoltre sono palesemente incostituzionali e apertamente in violazione del sovraordinato diritto comunitario e della Convenzione Europea sui Diritto dell’Uomo“.

Ci riferiamo in particolare alla previsione secondo la quale, come riportato nel suddetto comunicato, qualora sussistano i presupposti per l’applicazione di una sanzione interdittiva che possa determinare l’interruzione dell’attività dell’ente, il giudice, in luogo dell’applicazione della sanzione, dispone la prosecuzione dell’attività dell’ente tramite un commissario – sottolineano le associazioni – Non possono essere applicate sanzioni interdittive quando l’ente abbia adottato modelli organizzativi coerenti con quelli delineati nei provvedimenti relativi alla procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale diretti a realizzare il necessario bilanciamento tra esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia degli altri beni giuridici protetti dall’ordinamento”.

Rileviamo innanzitutto come la richiamata teoria del bilanciamento non ha più alcuna base giuridica dopo la modifica dell’art. 41 della Costituzione, il cui nuovo testo recita: ‘L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’ – continua ancora la nota – Tuttavia, anche prima della modifica la teoria era divenuta obsoleta poiché, secondo quanto specificato nella sentenza n. 85/2013 della Corte Costituzionale, il bilanciamento era stato ritenuto logico per un limitato periodo di tempo entro il quale gli impianti avrebbero dovuto risultare a norma e cioè entro il 2015. Ebbene, a distanza di sette anni gli impianti, secondo numerose valutazioni tecnico scientifiche, producono tuttora un inquinamento intollerabile, tanto che la Corte di Assise di Taranto, con sentenza depositata in data 28.11.2022, ne ha disposto la confisca affermando l’attuale pericolosità degli stessi“.

Dal tenore del comunicato si evince che le nuove norme siano da osservare da parte di tutti i giudici, penali, civili ed amministrativi, in quanto ciascuno di questi oggi può ordinare quelle sanzioni interdittive a tutela dei diritti umani coinvolti – aggiungono i cittadini nella nota – Se dovessero entrare in vigore le nuove norme nessuna di queste sanzioni potrà essere adottata, e si avrebbe una impresa ‘legibus solutis’ il cui unico rischio sarebbe quello di incorrere nel commissariamento da parte del giudice. Tale ultima previsione è per di più irrazionale e compromette il buon andamento della pubblica amministrazione poiché si avrebbe un commissariamento disposto dall’autorità giudiziaria che andrebbe a sommarsi con quello già disposto per via amministrativa“.

Signor Presidente – conclude la nota – riponiamo fiducia in Lei e confidiamo che, quale garante dei valori della Costituzione e seguendo le indicazioni impartite a tutti gli Stati dall’UNHRC nel suo rapporto speciale sui diritti umani violati del 12.01.2022, in cui Taranto viene portata ad esempio negativo a livello planetario, rifiuti di emanare il Decreto Legge adottato dal Governo. Grazie“.

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