Facendo zapping sul digitale terrestre capita spesso di imbattersi in vecchie fiction italiane che hanno avuto un successo tale da garantirne repliche. Una di queste è senza dubbio Il Maresciallo Rocca.
Dotato di intelligenza, ma soprattutto di grande umanità, il maresciallo Giovanni Rocca (Gigi Proietti) comanda una stazione dei carabinieri a Viterbo, riuscendo a risolvere casi piuttosto intricati e spesso torbidi. Le difficoltà nel lavoro si incrociano con quelle della sua vita personale: il maresciallo è vedovo, vive con tre figli adolescenti e si trova coinvolto nelle vicissitudini di alcuni membri della sua stessa caserma. In un clima drammatico, come richiesto dal genere poliziesco, non mancano elementi di una certa comicità, come i battibecchi col brigadiere secondo in comando, interpretato da un indimenticabile Sergio Fiorentini (1934-2014), o le critiche sottilmente velate nei confronti del Procuratore Capo, un Mattia Sbragia perfetto nel suo ruolo. La fiction sa dosare sapientemente drammatico e comico e rappresenta di fatto la consacrazione sul piccolo schermo di questo attore che, chissà per quale ironia, si trova a compiere gli anni proprio il 2 novembre.
Altrettante ineguagliabili intelligenza ed umanità hanno reso memorabile Proietti nelle vesti di un giornalista specializzato nel provare l’innocenza di presunti colpevoli di casi ormai archiviati in un’altra recente fiction di successo: Una pallottola nel cuore.
Invero, anche sul Grande Schermo si possono annoverare delle interpretazioni indimenticabili come quella di un incallito quanto sfortunato scommettitore di corse dei cavalli (Febbre da cavallo 1976, regia di Steno) oppure come doppiatore (il Genio della lampada nel Classico Disney Aladdin 1992).
Non serve ricordare che Gigi Proietti viene dal Teatro, è lì che ha fatto la sua gavetta ed ancora oggi riscuote un successo più che meritato.
Per i più giovani che hanno imparato a conoscerlo prima come maresciallo per il piccolo schermo e da poco come attore di cinema e di teatro, è sempre un piacere tornare a vederlo, specialmente negli ultimi tempi in cui l’umanità è dote sempre più rara da trovare nella finzione e soprattutto nella realtà.