La rivista internazionale ”Nuclear Medicine and Molecular Imaging” della Springer (rivista scientifica internazionale di gran valore per la disciplina medicina nucleare, ndr), ha accettato la pubblicazione di uno studio – ideato e diretto dalla Medicina Nucleare Ospedale del Mare, a cui hanno collaborato anche la Federico II e l’Università di Padova. Lo studio ha dimostrato, per la prima volta, che nella somministrazione della dose di radioattivo della PET (Tomografia ad emissione di prositoni) in dotazione all’Ospedale del Mare, non possono essere trascurati il sesso e l’’età del paziente. Oggi – invece – si tiene conto solo del peso, ignorando che giovani e donne sono più radiosensibili e quindi presentano un rischio biologico maggiore. Con tale studio è stato così affermato un importante concetto per la ulteriore tutela dei pazienti.
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