La strage familiare compiuta dal 17enne di Paderno Dugnano è l’ultima di una serie di delitti in cui sono i figli ad uccidere i propri genitori e fratelli. Sono diversi i casi in cui ragazzi, ancora minorenni, hanno massacrato i loro genitori con una freddezza e una violenza che ha lasciato di stucco forze dell’ordine e opinione pubblica. Secondo gli ultimi dati del Viminale, dall’inizio dell’anno al 25 agosto sono stati compiuti in Italia 186 omicidi e di questi 88 sono avvenuti in ambito familiare. Una percentuale che sfiora il 50%.
Le stragi “famose”
Andando indietro nel tempo, tra i delitti più datati c’è quello del 13 novembre 1975 a Vercelli: Doretta Graneris, appena 18enne, uccise a colpi di pistola la madre, il padre, il fratello di 13 anni e i nonni materni. Il 4 agosto 1989 a Parma è invece Ferdinando Carretta a uccidere con un’arma da fuoco il padre Giuseppe, la madre Marta e il fratello Nicola portando i cadaveri in una discarica. Assolto per incapacità totale di intendere e volere, è morto 61 anni. Il 17 aprile 1991 Pietro Maso, di 20 anni, massacra i genitori Antonio e Rosa nella loro abitazione di Montecchia di Crosara (Verona) con un tubo di ferro e una pentola. Parteciparono agli omicidi anche gli amici. Maso fu condannato a 30 anni, gli amici a 26, l’amico minorenne a 13. Nel 2008 Maso ha ottenuto la semilibertà e, grazie all’indulto, ha finito di scontare la pena nel 2013. L’anno scorso è stato indagato per un tentativo di estorsione nei confronti delle sorelle. Sette anni dopo, il 7 gennaio 1998, a Cadrezzate (Varese), Elia Del Grande uccide con colpi di fucile il padre, la madre e il fratello per impossessarsi dei soldi di famiglia ma, fermato per un controllo casuale in Svizzera, fu arrestato. Il 21 febbraio 2001, a Novi Ligure (Alessandria), Erika De Nardo, di 16 anni, ammazza insieme al fidanzato Omar la madre Susy con 40 coltellate e il fratellino Gianluca di 11 anni ma non il papà che invece si salva perchè fuori casa in quel momento. Il movente, secondo i racconti di Erika, era riconducibile ai cattivi rapporti con la madre. Erika e Omar vengono condannati nel 2001 a 16 (lei) e !4 (lui) anni. Oggi sono usciti entrambi dal carcere, lei si è anche laureata in Filosofia nel 2009 durante la detenzione. Il 30 dicembre 2015 Federico Bigotti, di 22 anni, uccise la madre Anna Maria con con otto coltellate alle porte di Città di Castello (Perugia). Fu dichiarato incapace di intendere e di volere e ricoverato in una struttura psichiatrica. Nel 2021 Benno Neumair, di 31 anni, uccide il padre Peter e la madre Laura Perselli strangolandoli con un cordino da arrampicata. E’ stato condannato all’ergastolo. Sei mesi dopo, a maggio, le due sorelle Paola e Silvia Zani, di 26 e 19 anni, uccidono la propria madre, Laura, soffocandola e seppellendola. Le due figlie sono state arrestate insieme al fidanzato della maggiore, Mirto Milani, 27 anni. I tre sono accusati di omicidio volontario. Il motivo di queste stragi familiari, nella maggior parte dei casi, va ricollegato a situazioni economiche, ma anche di disagio psichico degli assassini. Certamente, questo crescente fenomeno di stragi familiari ci induce a riflettere sulla fragilità dei ragazzi di oggi e sulla necessità di adeguati interventi da parte della società.