Strage di Orlando: 53 i morti, si sospetta la mano dell’ISIS

di Marco Sigillo

Nella notte tra Sabato e Domenica a Orlando, in Florida, si è consumata la più grande strage per numero di vittime compiuta su suolo americano. 53 persone sono rimaste uccise dalla follia omicida di Omar Mateen, 29 anni, statunitense con origini afgane nato in un paese distante due ore da Orlando. La mattanza ha avuto luogo in un locale gay, dove era in corso una serata di musica latina molto frequentata. Mateen è riuscito a entrare armato nel locale uccidendo l’agente di sicurezza all’ingresso e si è rinchiuso all’interno con degli ostaggi, dei quali si stanno diffondendo su internet gli ultimi strazianti messaggi inviati alla famiglia nel momento in cui si sono resi conto di cosa stesse succedendo. L’intervento degli SWAT è cominciato tre ore dopo e si è concluso con l’uccisione dello stragista e il ritrovamento all’interno del locale di più di 50 cadaveri, al quale vanno ad aggiungersi almeno 50 feriti. Omar Mateen era già noto all’FBI che lo aveva controllato in passato poichè sospettato di essere in contatto con l’Isis. Nonostante alcuni interrogatori gli inquirenti erano arrivati alla conclusione che non ci fossero legami tra lo stato islamico e Mateen. Non è ancora chiaro attualmente se esisteva un’effettiva affiliazione del soggetto al gruppo terroristico, che nel frattempo ha rivendicato sul web l’attentato, anche se secondo alcuni analisti potrebbe anche soltanto star attribuendosene il merito. La strage potrebbe avere la doppia motivazione del fanatismo religioso e dell’omofobia e ha suscitato un forte dibattito negli USA impegnati nella arroventata campagna elettorale per le presidenziali. Obama ha ribadito ancora una volta l’esigenza per il paese di regolamentare la vendita di armi, in questo caso fa ancora più scalpore che un sospettato di affiliazione terroristica fosse in regolare possesso di un fucile. Duro Donald Trump, che invece ha accusato l’amministrazione Obama di essere stata troppo morbida verso l’immigrazione e il terrorismo e che ha promesso di fermare completamente l’immigrazione da paesi interessati da fenomeni terroristici qualora divenisse il prossimo presidente degli Stati Uniti. Diversa l’interpretazione della candidata democratica Hillary Clinton che ha ritenuto inaccettabile mettere a disposizione di un sospetto terrorista armi d’assalto con il quale poter compiere una simile strage. L’autore della strage era solito frequentare una moschea nella quale in passato si era recato anche Mohammad Abusalha, noto alle cronache per essere stato il primo foreign fighter americano autore di un attacco terroristico in Siria. Si sospetta dunque che il luogo di culto possa nascondere una rete di arruolamento all’Isis.

di Marco Sigillo

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