E’ ancora in primissimo piano la vicenda che lo scorso 12 Luglio ha scosso l’intero Paese, ovvero l’incidente ferroviario avvenuto in Puglia nel quale sono morte 23 persone, uno dei più gravi nella storia d’Italia. Iniziano ad avere un nome ed un volto le vittime che per loro sfortuna si trovavano lì, da chi aveva preso il treno semplicemente per andare a lavoro a chi tornava dalle ferie, passando per giovani, genitori, figli e nonni. Antonio Summo aveva solo 15 anni e stava tornando da scuola dopo aver sostenuto un esame di riparazione. Il padre del ragazzo non voleva che facesse l’esame proprio quella mattina perché aveva mal di pancia. Poi però Antonio ha insistito, “papà devo recuperare due debiti formativi, lo sai”. Ad attenderlo alla stazione c’era il nonno. Donata Pepe ha salvato la vita di suo nipote Samuele di 6 anni stringendolo forte a sé al momento dello scontro. Stavano andando a Barletta per prendere una coincidenza per Milano e tornare a casa dai genitori del bimbo. Il piccolo era in Puglia per passare qualche giorno di vacanza con la nonna. Fulvio Schinzari di 59 anni vice questore a Bari, era appena rientrato dalle ferie. Era sul convoglio proprio per recarsi al lavoro. Il suo corpo è stato riconosciuto da un collega poliziotto che stava lavorando ai soccorsi e che l’ha identificato. Jolanda Inchingolo aveva 25 anni e stava per conseguire la laurea in Lettere, a Settembre si sarebbe dovuta sposare. Gabriele Zingaro, 23 anni, aveva da poco trovato un posto in una fabbrica di Modugno e stava rientrando da Bari dove era andato per fare il controllo ad un dito che si era infortunato sul lavoro. Questi sono solo alcuni dei nomi e delle storie emerse con il passare delle ore, un incidente che per come è avvenuto non fa che scatenare tanta rabbia per una dinamica ancora da chiarire, ma che sicuramente nel 2016 poteva essere prevenuta. Il tragico evento, come era prevedibile nell’era dei social, ha scatenato sentimenti contrastanti; dalla tanta rabbia e solidarietà, che per fortuna rappresentano la maggior parte delle persone, si passa a delle voci fuori dal coro di alcuni individui che hanno addirittura insultato le vittime. E’ il caso di G. C. che con un post su Facebook “Venti terroni deceduti, 35 feriti gravi. È questa la grande notizia che ho appena sentito. Venti non sono tanti ma sono pur sempre meglio di niente” ha scatenato l’ira del popolo del web che immediatamente si è scagliato contro lui.
di Vincenzo Persico