La nostra rubrica settimanale oggi verterà sulla miscelazione. Parleremo infatti di uno dei cocktail più famosi del mondo, il Margarita. Ideale per il clima estivo, ma ottimo anche in primavera, è probabilmente il più noto tra i cocktail a base di Tequila, il celebre distillato messicano.
CENNI STORICI
La storia del Margarita è molto affascinante, benché, come in molti casi, sia avvolta da un velo di leggenda. Primi cenni di questo drink vengono rinvenuti in una storica cocktail list risalente ai primi anni ’30 del secolo scorso. In quel periodo, in un bar messicano di Tijuana, comparve per la prima volta il cocktail “tequila daisy“. Daisy, ossia “margherita”, la trasposizione in inglese dello spagnolo Margarita. Molteplici sono stati i barman che hanno rivendicato la paternità del loro cocktail Margarita, ma i più accreditati sono solo tre, ognuno con una storia singolare e decisamente intrigante.
Tra i pretendenti, si tende ad attribuire maggiormente credito a Danny Negrete, barman messicano che, secondo la leggenda, preparò il famoso cocktail messicano in occasione delle nozze del fratello con la bella Margarita. In pratica, il Margarita sarebbe un cocktail “celebrativo”, ideato come regalo di nozze. Altre fonti attribuiscono la paternità a Carlos Herrera, titolare del Rancho La Gloria di Tijuana, che sostenne di averlo creato nel lontano 1938 per compiacere una cliente, l’affascinante ballerina Marjorie King, allergica ad ogni tipo di alcolici ad eccezione del Tequila. Laddove fosse vero, un meritato plauso andrebbe a Carlos. Ancora, vi è la rivendicazione di Don Carlos Orozco che avrebbe elaborato la ricetta in onore della figlia dell’ambasciatore tedesco in Messico, anch’ella Margarita, in occasione di una visita al proprio locale di Ensenada, nella Baja California, nel 1941. Vi sono ovviamente tante altre storie riconducibili ad altre fonti. Probabilmente non conosceremo mai l’effettiva verità, tuttavia quel che è certo è che la fama del cocktail messicano è indubbia e globalmente riconosciuta.
COME PREPARARE UN MARGARITA
Il Margarita è inserito nella lista dei cocktail ufficiali IBA (International Bartenders Association), come anche la variante “Tommy’s Margarita“. Rientra nella categoria dei cocktail sour, ergo quelli composti da un distillato (tequila), un correttore (triple sec) e succo di limone o lime. La sapienza del barman sta nel combinare questi tre apparentemente semplici ingredienti per realizzare un risultato armonioso, in cui il tequila (Sì, il distillato è al maschile, non come molti erroneamente credono, chiamandolo “La” tequila) non sia predominante sul resto. Esistono ovviamente molti modi di preparazione del Margarita, con variazione delle quantità e degli ingredienti. Una variante molto consumata, per dire, è il Margarita alla fragola. Tralasciando le innumerevoli possibilità di personalizzazione vi riporto, di seguito, la ricetta ufficiale IBA con i giusti “ingredienti Margarita”:
3.5 cl di Tequila
2 cl di Cointreau (impiegato come triple sec di preferenza)
1.5 cl di Lime fresco o succo di limone
COME BERE IL MARGARITA
Nella ricetta classica il Margarita è normalmente servito, dopo aver shakerato con ghiaccio gli ingredienti, sia liscio che “on the rocks”, nella tipica coppetta definita “Sombrero“ (ovviamente, quest’ultimo termine è a causa della forma del bicchiere del Margarita). Nel servizio classico, infine, non manca un elegante fregio di sale lungo l’intero bordo del bicchiere (cd. “Crusta”.)
Come noterete, è una ricetta semplice ma al contempo elegante, una miscela equilibrata e fresca, in cui è ben percepibile un delicato mix di agrumi che stempera la possenza del Tequila realizzando un piacevolissimo all-day cocktail.
Bene, non vi vien voglia di recarvi dal vostro barman di fiducia per chiedere un Margarita?