Elly Schlein ha ottenuto un buon risultato alle Europee, ha visto la conferma delle sue scommesse politiche in termini di candidati ed ha ridotto il gap con Fratelli d’Italia. E’ chiaro a tutti che ormai sia lei a trainare la sinistra italiana. Ma da dove nasce il successo della donna che ora sfida Giorgia Meloni per il potere?
Elena Schlein, detta Elly, nasce a Lugano, in Svizzera, da madre italiana e padre americano. Il nonno materno, Agostino Viviani, era un avvocato senese e fervente antifascista. Il nonno paterno, Harry Schlein, è emigrato negli Stati Uniti da una famiglia dell’Europa Orientale che ha conosciuto le tragedie del Novecento. Ha un fratello e una sorella maggiori, che vivono in altri Paesi europei. Dall’età di cinque anni suona il pianoforte, ma a quindici compra di nascosto una chitarra elettrica; si diploma al Liceo di Lugano, ottenendo anche il premio Maraini per i migliori risultati dell’anno di maturità. Decide di tornare in Italia, paese d’origine materna, per frequentare l’università a Bologna. Frequenta il Dams per un anno e poi si trasferisce a Giurisprudenza.
Di fronte all’epocale sfida tra Barack Obama e John McCain per la presidenza degli Stati Uniti, decide di non stare con le mani in mano e di partire per Chicago a fare da volontaria nella campagna elettorale di Obama. Esperienza che racconta in un blog e che la segnerà profondamente. Di lì la sua passione per la comunicazione politica, e la sua insistenza per costruire campagne “grassroots”, fatte a filo d’erba, in modo collettivo. Tornerà a Chicago anche nel 2012, a formare i nuovi volontari per la rielezione di Obama.
Si laurea con il massimo dei voti, con due tesi sulla criminalizzazione e la sovrarappresentazione dei migranti in carcere e sui diritti dello straniero nella giurisprudenza costituzionale. Durante gli anni universitari porta avanti l’impegno politico nelle associazioni studentesche, in cui si occupa di comunicazione, grafica e organizzazione di eventi. Viene eletta per due volte rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà. Insieme a molti amici dà vita all’associazione Progrè, per cui cura alcune video inchieste sul tema del carcere e un festival sui luoghi comuni in tema d’immigrazione.
Nel frattempo si occupa di cinema, scrivendo recensioni per alcune testate e blog, frequentando dal 2003 il Festival internazionale del Film di Locarno e poi lavorando al documentario Anija-La Nave (Istituto Luce – Cinecittà) di Roland Sejko, che racconta la fuga collettiva dall’Albania verso l’Italia di migliaia di persone sulle grandi e piccole navi. Il film ha ricevuto il premio David di Donatello come miglior documentario 2013.
Nello stesso anno gira una video inchiesta con Pippo Civati sul tema dei fondi italiani non dichiarati in Svizzera.
In aprile, nei convulsi giorni dell’elezione del Presidente della Repubblica e dei 101 franchi tiratori che affossarono la candidatura di Romano Prodi, dà vita con molti altri alla mobilitazione nazionale di protesta OccupyPD contro le larghe intese, organizzando la rete a livello nazionale. A Giugno, a Bologna, organizza l’iniziativa “102idee per cambiare”, una giornata a favore della partecipazione di iscritti ed elettori alle scelte del Partito Democratico, dal quale nascono 102 proposte per la rinascita politica di un vero centrosinistra. L’indomani i ragazzi di OccupyPD consegnano a Romano Prodi la loro maglietta “Siamo più di 101”.
Comincia a girare l’Italia con settanta tappe in pochi mesi, impegnata al fianco di Giuseppe Civati e di tutti i “Civoti” nella campagna per la segreteria PD, con l’entusiasmo di chi vuole cambiare il PD per cambiare il Paese. In seguito, viene eletta in Assemblea e Direzione nazionale. Elly Schlein è candidata per la prima volta alle elezioni europee e inizia la campagna #slowfoot. Il 25 maggio 2014 è eletta al Parlamento europeo con 54’802 preferenze. Entra a fare parte delle Commissioni Sviluppo (DEVE), Libertà civili giustizia e affari interni (LIBE) e Parità di genere (FEMM), diventa Vicepresidente della Delegazione alla Commissione SAPC UE-Albania, e Copresidente dell’Intergruppo ITCO su Integrità, Trasparenza, Anti-corruzione e criminalità organizzata. Lavora prevalentemente sui temi su cui si è impegnata in campagna elettorale: diritti, immigrazione, giustizia fiscale, conversione ecologica, lotta alla corruzione e alle mafie.
Il 6 maggio 2015, a seguito dell’approvazione dell’Italicum, della riforma della scuola e del Jobsact, e di fratture insanabili con la linea presa dal governo Renzi, lascia il PD insieme a Pippo Civati e molti altri compagni di battaglie. Il 21 giugno 2015 lanciano insieme Possibile, che diventa ufficialmente partito nell’aprile 2016.
Vince il premio Mep Awards 2017 per il Deputato dell’anno sui temi dello Sviluppo, grazie al suo impegno nella Commissione Sviluppo (DEVE) prima come Relatrice del Parlamento sul contrasto ad evasione ed elusione fiscale nei Paesi in via di Sviluppo, poi sui nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile al 2030 (SDGs) e sul nesso tra migrazioni e sviluppo.
Nel 2016 viene nominata relatrice per il gruppo Socialista e Democratico sulla riforma del Regolamento di Dublino, la norma che stabilisce quale Stato membro è responsabile per ogni richiesta d’asilo presentata nell’UE. Dopo due anni e 22 riunioni di lungo e delicato negoziato, in cui ha presentato un impianto di 145 emendamenti volto a cancellare il criterio del primo Paese di accesso ed assicurare un’equa condivisione delle responsabilità tra tutti i Paesi europei, nel novembre 2017 una votazione storica di un’ampia maggioranza del Parlamento europeo approva una proposta di riforma rivoluzionaria: la cancellazione del criterio del primo Paese di ingresso per sostituirlo con un meccanismo di ricollocamento automatico e permanente, che da un lato valorizzi i legami i significativi dei richiedenti asilo e dall’altro obblighi tutti gli Stati europei a fare la propria parte sull’accoglienza. Dopo le elezioni europee del 2019, l’auspicio è che la nuova proposta di riforma della Commissione europea, attualmente in discussione al Parlamento europeo, riesca a difendere questo importante risultato.
Alle elezioni regionali del gennaio 2020 guida la lista Emilia-Romagna Coraggiosa e viene eletta nell’Assemblea legislativa regionale. Grazie al risultato della lista e alle oltre 22.000 preferenze riceve l’incarico di Vicepresidente e Assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica. Nel 2023 si candida alle primarie del Partito Democratico, vincendo la corsa per la segreteria con il 54% dei voti e divenendo la prima donna, nonché la più giovane, alla guida del partito.