Se ti chiami “Copa” allora la Coppa ce l’hai nel destino, ma se segni il rigore decisivo nella finale della coppa del tuo continente allora sei un eroe. E si, perchè in questo pazzo mondo del calcio un successo del genere eclissa anche il migliore dei patrioti. Barry Copa è l’eroe di giornata, una giornata che non doveva neanche vivere; il portiere 35enne affrontava questa Coppa come riserva, tuttavia il destino ha voluto che il portiere titolare si facesse male poco prima dell’inizio della competizione. E’ una di quelle storie che solo il calcio può raccontare, una di quelle storie da film; una storia del genere ricorda vagamente la favola della Danimarca, arrivata a vincere un Europeo prendendo il posto della Jugoslavia, squalificata per la guerra che l’avrebbe portata poi allo scioglimento.
Eppure stasera la finale di Coppa d’Africa tra Ghana e Costa d’Avorio non stava promettendo bene; paura di perdere e, a dire il vero, anche un tasso tecnico non molto elevato stavano traghettando la partita verso gli inevitabili calci di rigore. La lotteria dei tiri dal dischetto invece, a differenza dei 120′, regalano emozioni uniche. Il Ghana sembra avere la coppa in mano dopo i due rigori sbagliati degli ivoriani. Ma si sa, nel calcio non c’è niente di calcolabile; i ghanesi sbagliano due rigori e devono rifare tutto da capo. Rigori chirurgici, potenti, fortunati, rigori di ogni tipo che però si insaccano uno dopo l’altro, fino al momento dei portieri; è qui che comincia la vera storia di giornata. Razak, portiere del Ghana, va dal dischetto e si fa ipnotizzare da Copa; il portiere ivoriano si getta a terra, in lacrime, con i crampi, quasi come se sapesse già che il rigore l’avrebbe segnato. Viene ammonito per perdita di tempo, quasi come se in questa pazza storia non ci fosse spazio per altre bizzarrie, si avvicina al dischetto e con precisione da centrocampista con i piedi buoni la insacca alle spalle di un incredulo Razak. La squadra ivoriana impazzisce di gioia; Gervinho, che fino a quel momento era rimasto seduto di spalle su una sedia di plastica dietro la panchina, quasi come se fosse il custode del campo, si alza e corre senza una meta in preda alla gioia.
Boubacar Barry, è questo il vero nome di Copa; portiere del Lokeren, squadra belga, da piccolo non voleva neanche indossarli i guanti. Durante il riscaldamento si aggrappa alla traversa, una delle sue tante stranezze che fanno di lui uno dei personaggi più curiosi di questo mondo. Nella sua squadra di club è uno dei rigoristi, forse già si stava preparando a una serata del genere? D’altronde, uno che si chiama Copa non poteva che avere questo destino; Barry Copa è l’eroe di giornata, stasera anche lui entra nelle memorie di questo pazzo e magnifico mondo che è il calcio.
di Nello Cassese