Fare sport è possibile per le persone affette da Sindrome di Down. L’Italia lo dimostra. Sono diverse infatti le compagini nazionali che in questi anni hanno dato non poche soddisfazioni al Paese. Proprio la nazionale di calcio italiana con Sindrome di Down nell’ultima edizione dei Mondiali ha centrato un bellissimo terzo posto guadagnando la medaglia di bronzo. Le gioie più grandi, tuttavia, sono arrivate dal basket dove la Nazionale negli ultimi anni ha praticamente dettato legge a livello mondiale. Battendo la Finlandia in finale, infatti, gli Azzurri si sono laureati campioni d’Europa per la terza volta e, in passato, avevano anche vinto i Mondiali per ben tre volte.
Ma cosa significa fare sport quando si parla di Sindrome di Down. Questa particolare branca sportiva appartiene al settore paralimpico. In Italia discipline del genere sono gestite dalla Fisdir (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali), ovvero la Federazione Sportiva Paralimpica cui il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) ha demandato la gestione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’attività sportiva per gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale.
Il CIP, riconosciuto nel 2017 quale Ente Pubblico, alla stregua del CONI per lo sport olimpico, ha il compito di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili. Ad esso spetta dunque il compito di regolare e gestire tutte le attività sportive riservate ad atleti disabili fisici, intellettivi e sensoriali. Ad oggi il CIP riconosce oltre quaranta entità sportive, tra federazioni paralimpiche, discipline paralimpiche, enti di promozione paralimpica ed associazioni benemerite paralimpiche. Tra le Federazioni Sportive Paralimpiche si sviluppa l’attività della Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali.
