Arbitri donne: il movimento che cresce in Italia e nel mondo

Numeri e successi di un movimento in grande crescita in Italia e non solo

di Redazione Zerottouno News
Credits Photo Pagina Facebook AIA-FIGC

In Italia ci sono circa 2000 arbitri donne, alcune delle quali hanno raggiunto già notevoli successi. Anche il movimento internazionale ha raggiunto picchi importanti.

A livello mondiale il movimento è trainato sicuramente da Stéphanie Frappart che nel 2020 è diventata la prima donna ad arbitrare una partita di UEFA Champions League maschile dirigendo la sfida tra Juventus e Dinamo Kiev. Un ulteriore successo dopo i primati raggiunti nel 2014 e nel 2019 quando, in ordine, era diventata la prima donna ad arbitrare una partita di calcio maschile della Ligue 2 tra Niort e Brest ed aveva diretto la gara di Supercoppa UEFA a Istanbul.

In Italia il “fischietto rosa” di punta è Maria Sole Ferrieri Caputi, prima donna arbitro ad aver diretto una gara di Serie A con il suo debutto assoluto avvenuto nel 2022 in occasione di Salernitana-Sassuolo. Il 28 aprile scorso, poi, ha fatto parte della prima terna arbitrale tutta al femminile in una gara di Serie A, dirigendo con le colleghe Tiziana Trasciatti e Francesca Di Monte la gara tra Inter e Torino al San Siro. Per la prima terna arbitrale + “quarto uomo” formata interamente di sole donne, invece, il primato è del 2023, quando la sfida di Lega Pro tra Montevarchi e Siena fu diretta da Maria Marotta con assistenti Veronica Vettorel e Giulia Tempestilli e Deborah Bianchi quarto ufficiale. Altro record, questa volta internazionale, è stato segnato nelle recenti Olimpiadi quando l’italiana Francesca Di Monte è stata designata come assistente di gara per la finale del torneo olimpionico femminile tra Usa e Brasile.

Ma qual è la situazione delle donne in ambito sportivo in Italia. Nel 2023 il Censis ha presentato il suo ultimo studio con focus sulle donne nel lavoro e nello sport. Sono 20 milioni gli italiani che fanno sport, di cui oltre 8 milioni e mezzo sono donne (43,3%). Il report sottolinea che “considerando che le donne sono il 51,1% della popolazione, è evidente che persiste un divario di genere nello sport, che però si è andato progressivamente assottigliando negli ultimi anni in cui sono cresciute soprattutto le atlete agoniste”. In ogni caso, il 29,2% delle donne con più di tre anni pratica almeno uno sport (venti anni fa era il 23,3%), e di queste 6 milioni e mezzo (il 21,8%) lo fanno con continuità (venti anni fa era il 15,7%). Restano ancora escluse da questa pratica di massa 12 milioni di donne (40,6% del totale).

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