Si chiude il cerchio intorno agli autori della sparatoria all’ospedale Pellegrini di Napoli. Nelle scorse ore, infatti, i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e gli agenti della Questura partenopea hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Giuseppe Iaselli (classe 2000), Vincenzo D’Avino (classe 1997) e Arturo Picco (classe 1989), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, lesioni personali gravi edetenzione e porto illegale di armi comuni da sparo,con l’aggravante del metodo mafioso.
Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una intensa ed articolata attività di indagini, coordinata dalla DDA partenopea, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in relazione al ferimento di Vincenzo Rossi, avvenuto in Piazza Matilde Serao il 17 maggio, ed alla successiva esplosione di colpi d’arma da fuoco all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, all’indirizzo degli accompagnatori del ferito.
Gli elementi indiziari a carico degli indagati sono stati acquisiti grazie alle attività di intercettazione, alle testimonianze dei presenti e all’analisi delle immagini delle telecamere cittadine, supportate dalla ricostruzione della scena del crimine in 3D eseguita dalla Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri.
In particolare, l’analisi delle telecamere ha portato all’identificazione dell’autore della prima azione di fuoco: Giuseppe Iaselli, il quale è stato visto, prima della “gambizzazione” in sella ad uno scooter assieme a Vincenzo Rossi nei pressi di Piazza Matilde Serao e, subito dopo, fuggire nei vicoli dei Quartieri Spagnoli con in mano una pistola. Gli autori della sparatoria all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini, avvenuta immediatamente dopo il ferimento in Piazza Matilde Serao, sono stati identificati poi in D’Avino e Picco. Inquadrati dalle telecamere nella zona dei Quartieri Spagnoli, i due si sono camuffati, hanno prelevato una pistola e reso illeggibile la targa del ciclomotore utilizzato per l’azione di fuoco. Dopo la sparatoria, tra le vie dei Quartieri Spagnoli, si sono liberati degli indumenti utilizzati e hanno occultato la pistola in un nascondiglio.
Le investigazioni hanno permesso di inquadrare anche il movente, da ritrovarsi in un contrasto interno al sodalizio camorristico che gestisce il traffico di stupefacenti nei Quartieri Spagnoli.