Ancora lui, ancora Jannik Sinner. L’asso italiano trionfa al Masters 1000 di Cincinnati ed è sempre più nella storia del tennis italiano. Il n.1, infatti, ha battuto in finale Frances Tiafoe con il punteggio di 7-6 6-2, diventando il primo azzurro di sempre a vincere il torneo e a conquistare cinque tornei in un anno.
Una vittoria avvenuta a poca distanza da un’altra, questa volta “in tribunale”. Sinner, infatti, è stato scagionato dalle accuse di doping che gli erano state mosse mesi fa. Le tracce del Clostebol sono state considerate come “Assunzione involontaria”. Il primo test sulle urine di Sinner risale al 10 marzo, durante il Masters 1000 di Indian Wells, e in quella occasione furono ritrovate tracce minime, infinitesimali, del metabolita del Clostebol. Un secondo esame, otto giorni dopo, aveva nuovamente rilevato tracce della stessa sostanza sempre a un livello molto basso. Sinner era stato quindi sospeso per sei giorni ad aprile ma, essendo stati accolti i suoi ricorsi in cui ha dimostrato l’assunzione involontaria, aveva poi potuto continuare a giocare. Ora la decisione conclusiva: le tracce rilevate sul suo corpo provenivano dal suo fisioterapista che si era ferito ad un dito ed aveva assunto la sostanza per curarsi. Al n.1 del mondo, tuttavia, sono stati tolti i punti e il montepremi di Indian Wells perché, secondo regolamento, è comunque responsabile anche per il suo team.