Roberto Burioni, uno dei virologi che più si è esposto attraverso i media nelle fasi cruciali dell’emergenza coronavirus, ha detto stop alle interviste e agli interventi televisivi. “Torno alla mia vera vita, quella universitaria, e starò in silenzio stampa almeno fino all’autunno – ha detto al Corriere – In tv e sui giornali ho detto quello che dovevo. Ora per un po’ non andrò nei media. Piuttosto vorrei scrivere un testo universitario, dedicarmi ai miei studenti, mi sono mancati“.
Il medico e docente di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, però va oltre e spiega: “Ho capito molte cose in questi mesi. Un’aula televisiva come quella che mi ha offerto un grande professionista come Fazio è stata una palestra importante e molto gratificante. Ma il linguaggio della tv non è quello della scienza. I suoi tempi non sono quelli della scienza. Si viene travisati ed esposti al rischio di dire cose mai dette. Mi hanno attribuito di tutto“.
Il virologo, infine, è ritornato sulle polemiche sorvolate in seguito alle sue consulenze a pagamento per le grandi aziende che si preparavano a ripartire: “Sulle consulenze dico una cosa semplice. Chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni? Se la Ferrari mi chiede un aiuto, dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca“.