Stop al taglio dei vitalizi. La Commissione contenziosa del Senato ha bloccato l’iter iniziato nel 2018. Uno stop inaspettato che ha ricevuto critiche sia da maggioranza che opposizione. La Commissione contenziosa è composta da 5 membri, tre senatori e due tecnici esterni. A votare per lo stop al taglio è stato il presidente della Commissione, Giacomo Caliendo, di Forza Italia, sostenuto dai voti dei due giuristi esterni. Ad opporsi due senatori della Lega, partito che da quando era al governo si è sempre detto a favore dell’eliminazione dei vitalizi.
La Commissione si difende cercando di spiegare le motivazioni della propria scelta. Motivazioni legali, in quanto l’organo non si esprime politicamente ma verifica la conformità degli atti adottati internamente al Senato. Secondo la Commissione il taglio dei vitalizi non rispetterebbe alcune norme, anche costituzionali. Innanzitutto la misura è retroattiva, inoltre prevede alcune discriminazioni, il taglio infatti non sarebbe applicato a tutti i membri degli organi Costituzionali (come Presidenza della Repubblica o Corte Costituzionale) ma esclusivamente ai parlamentari.
Una situazione che si sarebbe potuta certamente evitare con una legge apposita e scritta nel rispetto delle norme costituzionali. Invece la maggioranza, sia quella attuale che la precedente, ha scelto di procedere attraverso atti interni al Senato. Una scelta probabilmente legata alla convinzione di poter portare avanti i provvedimenti con le maggioranze in Commissione, una strategia tacciata di ignoranza e presunzione politica dai detrattori del Movimento 5 Stelle.
Ora c’è possibilità di fare ricorso contro la scelta della Commissione. Il Movimento5Stelle ha già fatto sapere che agirà in tal senso, Forza Italia invece si augura che il taglio dei vitalizi ci sia. A riguardo Tajani ha dichiarato: “Forza Italia è assolutamente favorevole al taglio dei vitalizi. Voterà a favore di una nuova delibera che non provochi decine di ricorsi come quella, tecnicamente errata, voluta dal M5S destinata ad arrecare più danni che vantaggi alle casse dello Stato“.
Restando in Parlamento, in settimana è andato in scena uno spettacolo indegno dell’Aula. Vittorio Sgarbi è stato espulso dopo aver insultato una collega parlamentare e la vicepresidente Carfagna. Sgarbi ha rifiutato di lasciare l’Aula ed è stato portato via di forza dai commessi, dando vita ad una scena divenuta già virale sul web.