Quella appena conclusa è stata la settimana che ha sancito la fine del governo Conte e dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle. Martedì il Presidente del Consiglio Conte si è presentato in Senato per riferire sulla crisi aperta dalla mozione di sfiducia della Lega. Quello di Conte è stato un discorso deciso, per nulla diplomatico, nel quale è emersa l’impossibilità di continuare l’esperienza di Governo. Impossibilità imputata ai comportamenti di Salvini, che secondo Conte ha anteposto il desiderio di aumentare il consenso personale al buon andamento del governo. Il discorso di Conte è parso la classica occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Il premier non ha risparmiato critiche prima di annunciare che si sarebbe recato, nella stessa giornata, da Mattarella per rassegnare le dimissioni. Nelle scorse ore, anche a distanza, ha riconfermato la sua tesi riguardo le voci sul “totopremier”: con lui al Governo nessuna maggioranza con la Lega.
Salvini ha risposto con un discorso nel quale ha affermato di sentirsi libero e sicuro di ciò che ha fatto, tanto da essere pronto a ripetere tutto, salvo poi ritirare la mozione di sfiducia in serata.
Le giornate successive hanno visto il via delle consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Diverse le posizioni dei vari partiti sia di maggioranza che di opposizione. La situazione che appare più chiara è quella del Movimento 5 Stelle. Consapevoli di essere la maggioranza relativa in Parlamento, possono imbastire nuove trattative per continuare l’esperienza di governo, sebbene Di Maio si sia detto non preoccupato da un eventuale ritorno alle urne. Le trattative si sono aperte con il PD. Il Partito Democratico, che nel marzo 2018 fu il secondo partito con più voti della Lega, potrebbe garantire i numeri per una solida maggioranza.
Zingaretti e Di Maio si sono già incontrati. Il Partito Democratico ha presentato 5 punti fondamentali, il Movimento 5 Stelle ne ha elencati 10. Bisognerà vedere quanti punti di incontro riusciranno a trovare le due parti. Sul nome del Presidente del Consiglio non pare per ora esserci convergenza. Il Movimento vorrebbe riproporre il nome di Conte, valutato molto positivamente per il suo lavoro nell’ultimo anno e mezzo. Il PD vorrebbe invece netta discontinuità rispetto al governo appena concluso, con un nome diverso a guidare l’esecutivo.
Salvini resta alla finestra. Negli ultimi giorni si è detto disponibile a tornare a parlare con il Movimento. Pronto a tutto pur di evitare il ritorno del PD al governo.
Nella prossima settimana sapremo il destino di questa legislatura. Il Presidente Mattarella attende i protagonisti politici il 27 per un nuovo giro di consultazioni. Il Quirinale spera di ricevere risposte per quel giorno, altrimenti ci sarà lo spettro delle elezioni.