Sergio De Simone aveva solo 8 anni quando fu condotto ad Auschwitz per fungere da cavia degli esperimenti dei nazisti, fu l’unico italiano tra i 20 bambini di varia nazionalità lì selezionati come cavie umane per esperimenti medici compiuti dal dottor Kurt Heissmeyer nel campo di concentramento di Neuengamme ad Amburgo. Ai bambini furono inoculati a più riprese i bacilli tubercolari, causando la rapida diffusione della malattia. Ai primi di marzo i bambini, ammalati e febbricitanti, vennero operati per asportare loro i linfonodi, localizzati nella zona ascellare, che secondo le teorie del medico avrebbero dovuto produrre gli anticorpi contro la tubercolosi. Al termine dell’esperimento tutti i 20 bambini e i loro accompagnatori furono uccisi nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm.
Sergio aveva 8 anni quando fu ucciso con la morfina ed impiccato; gli altri bambini, i medici europei deportati e i prigionieri russi incaricati di badare a loro e che in tutti i modi avevano cercato di proteggerli, furono uccisi per eliminare ogni traccia dell’eccidio. Figlio di un ufficiale della Marina Militare, nato al Vomero, si stabilì con la madre, di discendenza ebraica, a Fiume ma lì fu scoperto con tutta la famiglia e deportato. La mamma sopravvisse, il padre anche, il piccolo Sergio no e fu consegnato, tristemente, alla storia.