“Se io sono qui è perché qualcuno ha detto sì”: un dono per la vita nell’emozionante raccolta di Felice Peluso

di Vittorio Paolino Pasciari

Donare una vita per consentire ad un proprio simile di continuare a vivere e accettare come dono di rinascita il più estremo sacrificio: questo è il tema tanto complesso ma è allo stesso tempo la grande lezione di vita che possiamo imparare da chi lo ha vissuto in prima persona e ha deciso di raccontarlo nell’opera che qui segnaliamo, una raccolta di testimonianze curata da Felice Peluso e pubblicata il 22 novembre 2022 su Amazon.

“Io, un sopravvissuto, vi dico il trapianto è vita.”

 

CENNI BIOGRAFICI   L’autore e curatore della raccolta Felice Peluso fa parte dell’Aido (Associazione Italiana Donatori di Organi, Tessuti e Cellule) e insieme ai volontari cerca quotidianamente di sensibilizzare quante più persone possibile verso la cultura del dono, cercando di far capire l’importanza della donazione degli organi. Se in Italia non è molto frequente compiere la difficile scelta di donare organi è perché, purtroppo, il nostro non è un Paese adeguatamente sensibilizzato. Ed è per questo che, nell’ottobre del 2019, grazie anche al contributo di alcuni suoi amici, Peluso è riuscito a costituire il Gruppo Aido Nola-Cimitile con cui organizza vari eventi per portare avanti il suo intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema in questione.

A ventidue anni ti senti il padrone del mondo, nulla e nessuno ti fa paura, hai una fiducia immensa in te stesso e pensi con ottimismo al tuo futuro, non metti in conto le sorprese belle o brutte che la vita ti ha riservato”

La storia di Felice Peluso come trapiantato, sopravvissuto e donatore inizia oltre trent’anni fa, un martedì pomeriggio qualunque in cui la sua vita cambiò in modo radicale. Durante la giornata di chiusura del bar che gestiva con un amico in cui organizzava sempre le partite di calcio, comincia ad avvertire stanchezza: all’inizio della partita è debole, gli gira la testa e così decide di tornare a casa e riposarsi, pensando di essere stanco per il troppo lavoro. La verità è un’altra e sconvolgente: una malattia renale cronica che lo avrebbe costretto per sopravvivere ad attaccarsi alla macchina della dialisi per tutta la vita in un appuntamento fisso tre volte a settimana per quattro ore ogni volta. Nel giro di poco tempo Felice passa da una vita super attiva ad una sulla sedia a rotelle: una nuova esistenza resa meno dura grazie alla vicinanza degli amici ed al carattere forte e mai arrendevole trasmesso dalla famiglia.

Una nuova speranza si presenta quando il nefrologo che lo segue gli dice che c’è la possibilità di metterlo in lista d’attesa per un probabile trapianto da cadavere: per riprendersi di nuovo la sua vita, un’altra persona avrebbe dovuto perderla. Dopo un’iniziale titubanza per una simile prospettiva, alla fine Peluso si mette in lista d’attesa e da allora ha avuto la fortuna di rinascere – sue parole – per ben due volte: in momenti diversi (1988 e 2004) un angelo e la sua splendida famiglia sono andati oltre il loro dolore e hanno avuto la forza di donare, donarsi e pensare a chi stava soffrendo.

“Se io oggi posso testimoniare con la mia presenza qui, è perché qualcuno ha detto sì alla donazione degli organi e quel qualcuno ha detto sì perché qualcun altro lo ha informato che dopo la sua vita terrena poteva far vivere altre persone grazie alla donazione dei suoi organi”.

Felice Peluso considera oggi un dovere mettere a servizio degli altri la sua esperienza per cercare di diffondere il messaggio della donazione degli organi.

 

TRAMA   Una raccolta di testimonianze, incluso lo stesso autore e curatore del testo, di chi ha ricevuto un trapianto di organi, di chi ha dovuto dire Sì alla donazione di un suo caro in un momento tragico della sua vita e di chi in scienza e coscienza ha detto si già oggi.

ANALISI   Ognuno degli autori-testimoni, provenienti da ogni angolo dell’Italia fino ad andare oltre i confini nazionali e appartenenti ai più svariati contesti temporali e sociali, predilige uno stile descrittivo in prima persona che scandisce la trama in una scrittura scorrevole accessibile a lettori di ogni età e grado di conoscenza. Il risultato finale è una emozionante testimonianza collettiva a tutto tondo che trattando un argomento tanto nobile quanto complesso riesce a scuotere gli animi non ancora consumati da una realtà che non riesce ad andare oltre la superficie della paura e dell’egoismo.

 

“Non si dà al fine di ricevere. Si riceve per quel che si è dato”.

 

DONARE È VITA   L’Associazione Italiana per la Donazione degli Organi, Tessuti e Cellule (AIDO) da oltre trent’anni opera a livello nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla delicata tematica della donazione degli organi, affinché le idee di “società” e “solidarietà” si uniscano a quella di “responsabilità”. Per questo scopo AIDO organizza, attraverso le numerose sezioni territoriali, un ventaglio di iniziative che comprendono interventi di informazione sanitaria, educazione civica, eventi divulgativi e ricreativi. A riprova della validità di tale attività, il Ministero della Sanità nel 1986 ha conferito all’AIDO la medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica. Ad oggi AIDO conta 21 sedi regionali – 103 sezioni Provinciali – 1.100 Gruppi Comunali/Intercomunali per un totale di circa 1,4 milioni di iscritti. Si può diventare donatori esprimendo il proprio consenso presso gli appositi sportelli delle ASL di appartenenza, oppure firmando l’atto olografo dell’Associazione AIDO (presso la sede più vicina), o con una dichiarazione in carta libera completa di tutti i dati personali, datata e firmata, e infine da qualche anno anche presso i comuni che hanno aderito al progetto “Una scelta in comune” al momento del rinnovo della carta d’identità.

Far conoscere quanto sia dualmente gratificante essere parte del tema della donazione è lo scopo principale che emerge dalla raccolta di Felice Peluso. Troppo spesso siamo convinti che quello che genericamente ci spiace debba essere appannaggio solo degli altri e mai ci possa toccare: l’illusione di una vita eterna senza affanni esisterà sempre in una società che per paura e ignoranza vuole negare la realtà, ovvero che la vita vera inizia, prosegue fra alti e bassi, e prima o poi finisce.

Se soltanto ci sforzassimo di andare oltre l’ignoranza, la paura e l’apparenza potremmo imparare una grande lezione di vita: la malattia non è una colpa e perciò non è un fatto da nascondere, essa è un privilegio che misura la qualità dell’uomo che soltanto passando attraverso la sofferenza trova la forza per continuare a vivere. La scelta deve essere libera e mai imposta e coloro che ancora risultano timorosi e titubanti, dopo aver letto le sincere e schiette testimonianze in questa raccolta non potranno restare indifferenti perché donare e accettare in dono un organo non significa solo rinascere ma anche fare continuare a vivere in noi e con noi il nostro donatore.

Solo chi ha vissuto personalmente l’esperienza del trapianto e del dono può testimoniare il dramma ma anche la speranza di poter rinascere ad una realtà in degrado totale che ancora soffre del male di voler prendere senza avere e che dovrebbe riscoprire, ora più che mai, il valore del donare per ricevere il più prezioso dei doni che è la vita.

 

Il testo è reperibile sul web.

DA LEGGERE.

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