“Abbiamo deciso di autosospenderci dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti perché ci consideriamo incompatibili con l’iscrizione all’albo professionale di Vittorio Feltri“. Con queste parole il giornalista napoletano Sandro Ruotolo, ha comunicato al presidente dell’ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, di essersi autosospeso dall’ordine, assieme al collega Paolo Borrometi; il gesto di protesta (l’autosospensione non è prevista) è scaturito in conseguenza delle parole di Vittorio Feltri, direttore di Libero, su Andrea Camilleri, da alcuni giorni ricoverato per un grave malore.
L’idea che Vittorio Feltri offre è che si possa, impunemente, permettersi questo avvelenamento chirurgico. E non è un problema solo suo. Almeno, non lo è più. A lui non frega niente: il limite, la deontologia, la misura, il buon senso, diremmo perfino la dignità sembrano saltate da tempo. “Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai tristemente celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi, con il “patata bollente”) o “Renzi e Boschi non scopano”. Poi gli insulti a noi del sud con il celebre “Comandano i terroni” e infine il penultimo, di qualche mese fa, “vieni avanti Gretina”.
Queste le parole di Feltri in un suo editoriale su Libero.
L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito democratico, il peggiore del mondo
Feltri ha tuttavia risposto con una lettera indirizzata a Carlo Verna, dicendo di “fregarsene” dei suoi due colleghi e di voler la difesa dell’Ordine:
Io sono direttore editoriale di Libero e non responsabile. Quindi non rispondo dei contenuti del giornale che non abbia scritto io. Quei titoli non sono definizioni mie, ma sintesi espressive – opera dell’ingegno altrui – non attribuibili a me e di cui non posso appropriarsi. Ho parlato di un personaggio inventato, Montalbano, ma non ho attaccato Camilleri che invece ho elogiato. È come se avessi dato della “zoccola” a Cappuccetto Rosso.
Ma c’è anche chi difende Vittorio Feltri, come il politico e critico d’arte Vittorio Sgarbi:
ha espresso in modo brutale un suo malumore, più letterario che umano, attraverso la formula della stroncatura. E’ stato prudente e misurato. Quindi, letteralmente, rammarico per le condizioni di salute della persona, insofferenza per Montalbano che è una creatura letteraria, come Harry Potter, come Don Rodrigo, come Jago.