“La Sea-Watch 4 ha visto la cosiddetta Guardia costiera libica picchiare persone su un gommone. A nome dell’Unione europea, li hanno allontanati violentemente in Libia contro la loro volontà. I pullback illegali della cosiddetta guardia costiera libica sono la strategia europea per garantire che nessun essere umano raggiunga l’Europa. Finanziando e sostenendo la cosiddetta guardia costiera libica, l’Europa è complice di questo atto di violenza“. E’ la denuncia, con tanto di immagini video, della ONS Sea Watch che ha salvato in poche ore 218 naufraghi in 3 salvataggi. Nella prima occasione la Sea-Watch 4 ha salvato 44 persone su un gommone sovraffollato in difficoltà. Successivamente, la nave ha salvato altre 77 persone tra cui 11 donne e un bambino, evacuati ancora da un gommone in difficoltà. Infine, nel terzo intervento, 97 persone sono state trasbordate da una barca di legno a due piani che era già in mare da 3 giorni.
La nave è alla ricerca di un porto sicuro, che invece ha trovato la Ocean Viking. La nave della ong SOS Mediterranee, infatti, ha avuto l’ok ad approdare nel porto siciliano di Augusta con tutti i suoi 236 naufraghi salvati. “E’ un sollievo per noi – ha riferito la ong – ma gli eventi della scorsa settimana lasciano i nostri soccorritori ancora amareggiati e addolorati, con la necessità di raccontare all’Europa la realtà del Mediterraneo centrale. Un naufragio senza sopravvissuti, un salvataggio di due gommoni sovraccarichi, intercettazioni da parte della guardia costiera libica. Morte, sopravvivenza, rimpatri forzati. Nel giro di una settimana, le nostre squadre hanno assistito a quella che può essere descritta solo come una serie di conseguenze di un disastro mai peggiorato. Il fatto è che le persone intrappolate in mare su imbarcazioni di fortuna in mezzo al Mediterraneo non possono salvarsi. Il salvataggio richiede l’intervento umano. Questo è ciò che noi, in quanto soccorritori, chiediamo ancora una volta all’Europa. Ieri, per la prima volta da mesi, una nave della marina militare europea, della Marina militare italiana, ha condotto un salvataggio in acque internazionali al largo della Libia. Speriamo che questo salvataggio preannuncia una crescente consapevolezza da parte dei governi europei – conclude la ong – Abbiamo bisogno di un intervento umano e umano per fermare questa catastrofe ora. Chiediamo che venga ratificato con urgenza un programma e una flotta europea della RAS efficienti, leciti e umani, con un coordinamento efficace, rapido e non esclusivo, nel pieno rispetto del diritto marittimo“.