“Stavamo annegando, c’era fuoco ovunque!“. Questo è una delle tante grida d’aiuto che ha accolto la Sea Watch 4, imbarcazione dell’omonima ONG tedesca che ha soccorso oltre 200 persone nelle ultime 48 ore. Senza di loro, probabilmente, in mare sarebbero morte molte persone, come le oltre 100 vittime dei 4 naufragi documentati da Alarm Phone in quel tratto di mare al largo della Libia.
Il 24 agosto l’equipaggio ha soccorso prima circa 100 persone a 50 miglia a nord della costa libica, di cui 30 erano in ipotermia e altre intossicate dal carburante. Successivamente la Sea Watch ha soccorso altre 97 persone su un gommone in difficoltà in acque internazionali a circa 30 miglia dalla costa libica. Il 22 agosto, invece, aveva completato il soccorso di 7 persone su un barchino a circa 45 miglia dalla Libia. I naufraghi hanno ricevuto prima assistenza dalla nave Louise Michel, che li ha avvistati e ha informato le autorità ma, in attesa di una risposta che non hanno avuto, si sono rivolti alla ONG. A bordo ci sono almeno 9 bambini e un minorenne nelle ultime ore è stato trasferito sulla terraferma per via delle forti escoriazioni sul corpo dovute alla fuoriuscita di carburante dopo il naufragio. Da giorni, con oltre 200 migranti a bordo dopo l’ultimo salvataggio, la Sea Watch 4 non ha ancora un porto sicuro.