La Corte di Cassazione ha sancito che non è punibile chi ruba per fame. Il fatto di cronaca che ha portato alla pronuncia di questa sentenza risale al 2012 e riguarda un giovane senzatetto di origine ucraina, Roman Ostriakov. Roman fu sorpreso da un cliente di un supermercato mentre rubava un pacco di wurstel e un paio di pezzi di formaggio, per un valore totale di 4€. Fermato e processato il giovane era stato condannato sia in primo che in secondo grado per furto, con una condanna a sei mesi di reclusione e una multa di 160€. Una condanna subito apparsa spropositata rispetto all’entità del furto. A fare ricorso contro la sentenza d’appello non è stato il colpevole, bensì il procuratore generale della corte d’appello di Genova, che questa volta invece di rappresentare semplicemente l’accussa, si è impegnato affinchè il gesto di Roman venisse derubricato da furto a tentato furto, motivando tale posizione sostenendo che il senzatetto non fosse neanche uscito dal supermercato quando è stato bloccato dal personale e che quindi il furto non potesse considerarsi neanche portato a termine. Arrivato in Cassazione, a distanza di quattro anni, il caso ha visto esprimersi l’alta corte, la quale non ha condiviso l’impostazione proposta dal procuratore di Genova, ma ha sentenziato che il gesto è da considerarsi come motivato da un’immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, dovuta ad uno stato di necessità. Una sentenza che annulla quindi la condanna e inoltre stabilisce che un gesto di così lieve entità, se provocato dall’esigenza di sopravvivere alla fame è considerabile un gesto di sussistenza e quindi non costituisce reato. Chissà se i membri della Cassazione prendendo la decisione abbiano pensato a De Andrè che più di quarant’anni fa cantava “ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”.
di Marco Sigillo