Con 214 voti a favore e 61 contrari il testo della nuova legge elettorale incassa il sì del Senato, diventando così legge dello Stato. Il Rosatellum adesso passa nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per l’atto finale della promulgazione. Il Capo dello Stato ha subito fatto sapere che è “dovere del Presidente promulgare una legge approvata dal Parlamento” e che, al di là delle convinzioni personali, il rispetto per la Costituzione passa anche attraverso l’atto della promulgazione di una legge approvata dalle Camere.
L’iter parlamentare della nuova legge elettorale è stato abbastanza veloce, ma non senza difficoltà: a fronte dei 35 giorni necessari per l’approvazione, sono state poste ben 8 fiducie all’atto delle votazioni nelle aule. Una legge, quindi, che non trova il consenso parlamentare di tutte le forze politiche, in primis quello del Movimento Cinque Stelle: secondo i grillini, infatti, la legge sarebbe stata approvata per favorire la vecchia politica e danneggiare il Movimento, poiché favorisce la coalizione tra partiti. Ad essere contrari alla legge anche Mdp e Sinistra Italiana, mentre l’intero progetto è stato fortemente sostenuto sin dall’inizio da quattro partiti: Forza Italia, Lega, Pd e Ap.
La nuova legge elettorale non reintroduce le preferenze, così come sperato da gran parte degli italiani. Al contrario, rispetto al Mattarellum addirittura elimina la possibilità di esprimere un voto disgiunto.