Speranza nel mirino: polemiche e mozione di sfiducia annunciata

di Marco Sigillo

Roberto Speranza al centro delle polemiche. La settimana che ha portato all’annuncio delle tanto attese riaperture ha infatti visto il Ministro della Salute bersaglio di polemiche. Gli attacchi provengono sia dall’opposizione che dalla stessa maggioranza. Il leader della Lega, Matteo Salvini, non perde occasione per criticare le scelte di Speranza, giudicato eccessivamente prudente. Una divergenza di vedute che ha però costretto Salvini a giustificare la sua presenza nel Governo. Secondo l’ex Ministro dell’Interno, infatti, stare con il PD e Speranza non è semplice ma è importante stare al governo per avere parola nella gestione del Recovery Fund.

Da Fratelli d’Italia, invece, arriverà una mozione di sfiducia contro il Ministro. Mozione che è anche una sfida alla Lega. La Meloni, infatti, sta sfruttando il suo posizionamento all’opposizione per mettere in difficoltà Salvini che deve invece mitigare le sue posizioni per restare nella maggioranza. La Lega, infatti, non appoggerà la mozione di sfiducia. Lo stesso farà Forza Italia. Lo stesso Tajani ha già detto che il Ministro Speranza si sta impegnando e non sarà questo il momento per valutare eventuali colpe ed errori. Il PD e LEU si sono schierati in difesa di Speranza: Enrico Letta ha definito vergognoso l’attacco di Fratelli d’Italia.

Anche Mario Draghi ha preso posizione difendendo Roberto Speranza. Nella conferenza stampa di venerdì, annunciando le novità che arriveranno dal 26 aprile, ha risposto ad alcune domande sulle polemiche politiche. Il premier ha ribadito che è stato lui a volere Speranza nell’esecutivo e di stimarlo e rispettarlo per il lavoro compiuto. Una difesa netta di fronte le telecamere. Pare però che nel Consiglio dei Ministri non ci sia grande affiatamento. La decisione di Draghi di firmare un nuovo decreto per il 26 aprile è stata presa in disaccordo con Speranza, il CTS e il sottosegretario Sileri. Il CTS, infatti, continua a reputare ancora troppo alti i numeri riguardanti contagi e occupazione delle terapie intensive. Numeri che di certo non sono sfuggiti a Draghi. Il Presidente del Consiglio ha tuttavia parlato di rischio calcolato, ben consapevole che questa scelta, dettata da una situazione economica non più sostenibile, potrà avere ugualmente conseguenze sanitarie.

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