Dal Belgio alla Germania: cosa hanno detto le Elezioni di giugno 2024?

di Redazione Zerottouno News

Tanti i Paesi al voto nel giugno 2024. Tra i risultati più importanti soprattutto quelli in Gran Bretagna, dove i laburisti hanno battuto in conservatori, e in Francia, dove la sinistra ha fermato l’avanzata della destra nazionalista di Le Pen. Diversi, in ogni caso, sono stati i popoli che hanno dovuto eleggere i propri rappresentanti nazionali contemporaneamente a quelli europei.

In Belgio, ad esempio, la giornata elettorale ha riguardato il voto per i 150 deputati del Parlamento federale, i 124 dell’Assemblea fiamminga, gli 89 membri dell’organo parlamentare della Regione di Bruxelles Capitale, i 75 deputati dell’Assemblea vallone e i 24 dell’organo legislativo della Comunità germanofona. Il partito del premier De Croo, Open VLD, ha perso e lo stesso premier ha deciso di dimettersi mostrandosi in lacrime in tv. In generale, le sigle di destra e di destra estrema hanno guadagnato terreno ma il vero boom lo ha messo a segno il Mouvement Réformateur (MR), sigla liberale alternativa al partito di De Croo, così come i “I Les Engagés“, di matrice popolare, che hanno centrato un buon risultato con 15 seggi, aggiungendone ben 10 rispetto all’ultima tornata. In crescita, infine, anche l’estrema sinistra, che si ritrova con 14 seggi alla Camera federale.

Elezioni anche in Bulgaria. Il partito Gerb, guidato dall’ex primo ministro bulgaro Boyko Borissov, ha vinto le elezioni parlamentari anticipate con il suo partito conservatore che ha guidato il Paese per più di un decennio prima di perdere alle elezioni nel 2021. Gerb ha ottenuto 73 seggi su 240 in parlamento senza però assicurarsi la maggioranza. Il principale avversario di Gerb, la coalizione di Pp-Db formata dai partiti anti-corruzione We Continue the Change, Volt Bulgaria e Democratic Bulgaria, guidati dall’ex premier Kiril Petkov, ha ottenuto il 15,08% delle preferenze e 44 seggi in Parlamento. Risultato simile per il Movimento per i Diritti e le Libertà (Mrf) di orientamento social-liberale e centrista a maggioranza turca, che ha conquistato il 15,89% delle preferenze. Il partito ultranazionalista, filo-russo e anti-Ue, Vazrazhdane, si attesta invece al 14,33% dei voti.

Risultati importanti anche in Germania. I risultati del voto alle Europee sono state vinte dai cristiano-democratici (CDU/CSU) con un importante risultato dell’AfD, mentre escono chiaramente sconfitti dalle urne i Verdi e i socialdemocratici (SPD), ovvero i due maggiori partiti della coalizione di governo, oltre alla Sinistra. L’AfD, il partito di ultradestra, ottiene quindi ipoteticamente il rango di secondo partito tedesco.

In Ungheria battuta d’arresto invece per il premier Viktor Orban. Gli ungheresi dovevano votare per le Europee e per le Municipali. Il partito di Orban, Fidesz, con il 70% di schede scrutinate, risulta il primo partito ma in calo di oltre 8 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni. È boom invece per la nuova forza politica Tisza guidata dall’ex di Fidesz, Péter Magyar, creato a pochi mesi dal voto sulla scorta di uno scandalo pedofilia che ha colpito il governo Orban. Ottimi risultati per la coalizione democratica che supera la soglia di sbarramento, mentre il partito di estrema destra mi haza’nk mozgalom elegge un solo rappresentante. Affluenza record: il 55,99%, la più alta mai registrata dall’adesione dell’Ungheria all’UE.

Risultati interessanti, infine, anche in Romania. L’alleanza formata dal Partito nazionale liberale (Pnl) e dal Partito socialdemocratico (Psd) ha vinto le elezioni per il Parlamento europeo con il 54% superando l’Alleanza per l’unione dei romeni (Aur) con il 14%, e la coalizione formata dall’Unione salvate la Romania (Usr) dal Partito movimento popolare (Pmp) e dalla Forza della Destra con l’11%. L’Unione democratica dei magiari in Romania (Udmr) ottiene, invece, il 5% mentre il Partito Sos solo il 3%.

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