La ristorazione è uno dei settori più colpiti dal coronavirus. Simbolo dell’aggregazione, col distanziamento sociale il lavoro dei ristoranti potrebbe essere messo a dura prova. In molti hanno paventato l’idea di risolvere il problema diminuendo i coperti e proteggendo i commensali con delle barriere di plexiglass. Nel mentre, tuttavia, il settore è gravemente colpito dalla crisi e gli aiuti del Governo tardano ad arrivare. Ne abbiamo parlato con Erio Donizzetti, chef e patron del noto ristorante di Nola “Mangiando sul Serio“.
“Cosa ha comportato il lockdown per il settore?”
La situazione è molto difficile. Con la chiusura è cambiato il nostro modo di vista e di lavorare, è diventato molto complicato, soprattutto per le comunicazioni che arrivano in maniera veloce e frastagliate e che non ci fanno ben capire come e quando poter riaprire le sale. Abbiamo aderito al delivery, abbiamo effettuato consegne a domicilio ma solo per non uscire dal mercato, per essere presenti e offrire un servizio ai nostri clienti.
“Qual è il futuro dei ristoranti?
In realtà pensavo ad una ripresa molto più veloce ma ho dovuto fare i conti con la realtà. Il rapporto umano, quello sociale, confidenziale, non so quanto potrà essere recuperato. Dicono di voler farci riaprire le sale con distanziatori plexiglass, io spero di no. Sono sfavorevole, personalmente predico la regola della felicità a tavola e con questi distanziamenti non ci potrà essere. Se ci obbligheranno ad usarli li useremo ma non credo sia la cosa giusta da fare.
“Il Governo vi ha tutelati?”
Ad oggi nè per le partite Iva nè per i nostri operai (casse integrazioni, ndr) è arrivato nulla dallo Stato. Stiamo cercando di aiutare i nostri dipendenti ma siamo una realtà piccola e quindi riusciamo a stento a venire incontro a tutti loro. Speriamo di riuscirci. Con la ripresa riuscirò ad andare avanti, ce la faremo. Ce lo diciamo sempre, speriamo che possa succedere davvero.