Guardare avanti partendo dalle cose buone fatta in passato. Dopo aver attraversato nuovi orizzonti nel mondo degli investimenti facciamo un breve flashback
nella tradizione del risparmio gestito del nostro Paese. Da sempre le vecchie generazioni di risparmiatori italiani avevano come unico obiettivo l’ investimento in titoli di Stato, siano essi emessi direttamente dallo Stato siano essi emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Da sempre i cosiddetti “Bot people” erano quella miriade di piccoli, medi o grandi risparmiatori che si affidavano alle emissioni di debito pubblico dello Stato italiano per poter allocare in modo sicuro e redditizio il proprio risparmio. Un sistema pienamente efficace ed efficiente per cittadini e Stato: gli uni cercavano redditività certa ,gli altri cercavano continuamente risorse per aumentare dapprima la fase espansiva dell’economia e successivamente la fase degenerativa della spesa
pubblica con deficit sempre più grandi e sempre più insostenibili alla luce dei parametri europei.
Ebbene, i titoli emessi dagli Stati, ed in particolare dallo Stato italiano, in ogni sua declinazione non sono altro che obbligazioni che a tempo prestabilito si obbligavano di restituire il capitale e consistenti percentuali di interessi. In particolare, però, il connubio tra rendimento e sicurezza dell’emittente “stato” ricevano questi strumenti impareggiabili rispetto a qualsiasi altra forma di risparmio gestito e fianchi di investimenti produttivi. Investire in Titoli di stato era una buona opportunità per chi voleva rischiare poco e ottenere comunque un buon rendimento con la certezza quasi assoluta della restituzione del capitale investito. Quale miglior affare se non questo. Indubbiamente un buon investimento Bot, Btp, CcT, Buoni Fruttiferi nel tempo hanno iniziato a
perdere parte del loro fascino, analizziamo il perché.
Primo dubbio che è balenato nella testa dei cittadini è stata la convenienza reale: con il progressivo allineamento dei tassi di interesse italiani ai tassi europei in virtù dell’adesione all’euro, i rendimenti si sono via via assottigliati a meno di fiammate speculative e spread fuori controllo per particolari contingenze socio politiche , rendimenti sempre più prossimi allo zero sono la routine piuttosto che l’eccezione.
Altro timore e preoccupazione è stata la stabilità stessa degli “Stati sovrani” quali emittenti di obbligazioni. Oramai anche le insolvenze degli Stati diventano sempre più possibili ,il 2020 è stato l’anno record per il numero di default sovrani ,sette Stati nazionali non hanno potuto ripagare le obbligazioni sottoscritte con i loro creditori.
E quindi? Diventa sempre meno scontato l’assioma iniziale guadagno consistente e sicurezza quasi assoluta. Lo scenario attuale è rendimenti risicati e rischio quasi alla pari degli emittenti privati di obbligazioni. In realtà dobbiamo sempre tornare ai concetti principali che dovrebbero guidare nelle scelte che
facciamo: orizzonte temporale; profilo di rischio; redditività; conoscenza degli strumenti. Orchestrando questi quattro basilari, ma non certo esaustivi concetti, possiamo creare un buon portafoglio di investimenti attraverso il quale poter realizzare i progetti di vita che vogliamo realizzare. L’orizzonte temporale ci indica il campo di gioco sul quale vogliamo confrontarci, gli strumenti finanziari di breve periodo sono gioco forza con rendimenti bassi a meno che non si voglia rischiare . Redditività elevate si possono ottenere solo in orizzonti temporali medio lunghi condite di una rischiosità più elevate delle obbligazioni.
La predisposizione a cadere vittima della cosiddetta “ finanza emotiva” è identificabile con la propensione al rischio, cioè la capacità di ognuno di sopportare oscillazioni di quotazioni dovute a movimenti dei mercati finanziari. Tale parametro va sempre coniugato con le risorse disponibili in portafoglio.
Tante sfaccettature che hanno come collante la più importante delle caratteristiche che dobbiamo possedere la conoscenza degli strumenti.
E allora come inquadrare oggi un investimento in titoli di stato? È da inquadrare nel novero degli altri strumenti di finanza, bisogna fare un progetto di vita, destinarvi le risorse economiche già disponibili, costruirsene altre con la capacità di risparmio, proteggersi degli imprevisti che possono accadere durante la propria vita. Capire dove voglio arrivare dà la possibilità di scegliere lo strumento che mi può condurre meglio al traguardo, posso farlo in autonomia oppure affidarmi ad un professionista del campo finanziario ma anche questo non mi esimerà dall’avere una conoscenza base di finanza che possa
comunque pormi nella capacità di scelta consapevole.
Dobbiamo prendere dal passato la capacità e la volontà di voler risparmiare da parte delle vecchie generazioni italiane, ancora oggi tra li popoli più risparmiatori del mondo, e ad essa dobbiamo aggiungere la conoscenza che ci potrà guidare nella ricerca di nuove opportunità di guadagno senza perdere di vista l’efficienza e l’efficacia che necessita la realizzazione dei propri progetti di vita.