Sapete tutti cosa si intende per “riscatto” nel mondo del lavoro? Il riscatto è un’operazione che permette al lavoratore di recuperare i periodi in cui non vi è stato il versamento di contributi per farli diventare, successivamente, utili ai fini pensionistici. I periodi privi di contributi che si possono riscattare sono i seguenti:
- il servizio civile, da riscattare a partire dal primo gennaio 2009;
- corso di studi universitario per il conseguimento della laurea, del diploma universitario, del dottorato di ricerca, ecc. Il costo del riscatto risponde a regole diverse di calcolo;
- il lavoro all’estero in Paesi non convenzionati;
- i periodi di assistenza a soggetti disabili gravi, se non risultano già coperti in tutto o in parte da contribuzione;
- periodi di lavoro nei quali il datore non ha provveduto al versamento dei contributi che risultano già prescritti (costituzione di rendita vitalizia);
- periodi di astensione facoltativa per maternità al di fuori del rapporto di lavoro;
- aspettativa non retribuita per motivi familiari gravi, sino alla durata massima di 2 anni durante tutta la vita lavorativa;
- pace contributiva, prevista per chi è privo di contributi nel periodo anteriore al 1996 e che consente di riscattare, in modo agevolato, i periodi senza contributi, in relazione ai quali non c’è obbligo, per una durata massima 5 anni tra la data del primo e dell’ultimo versamento presso una gestione Inps.
Si possono altresì riscattare, solo se seguenti al 31 dicembre 1996, i periodi di sospensione o interruzione del rapporto lavorativo, con diritto alla sua conservazione fino a un massimo di 3 anni:
- periodi dedicati alla formazione, allo studio e alla ricerca, inserimento, se utili ad acquisire titoli, attestati o competenze professionali necessarie per l’assunzione o l’avanzamento di carriera;
- periodi di intervallo che si sono verificati tra periodi di lavori discontinui, stagionali o temporanei. Ai fini del riscatto è necessario essere in possesso dello stato di disoccupazione in relazione ai periodi scoperti dalla contribuzione e che si vogliono recuperare;
- periodi part time nei quali non risulta essere stata svolta attività lavorativa. Come per il caso precedente è necessario che il richiedente sia in possesso dello stato di disoccupazione durante in relazione ai periodi scoperti da recuperare.
Anche i dipendenti pubblici possono riscattare i periodi di vuoto contributivo; per l’esattezza:
- periodi di servizi statali non di ruolo e in relazione ai quali non sono stati versati i contributi nell’Assicurazione generale obbligatoria Inps (gestione privata);
- periodi di servizio svolto nelle scuole legalmente riconosciute;
- periodi in cui si è svolto servizio come assistente straordinario non incaricato o volontario presso università o istituti superiori;
- periodi in cui si è svolta attività di lettore di lingua e letteratura italiana nelle università estere;
- periodi in cui si è svolta la pratica professionale e periodi di iscrizione agli albi professionali purché detti periodi siano necessari per essere ammessi al servizio;
- periodi di servizio in cui si è rivestita la funzione vicepretore reggente, per la durata minima di 6 mesi;
- servizi che hanno rappresentato titolo per l’inquadramento nelle amministrazioni statali in qualità di dipendente di ruolo o non di ruolo;
- periodi posti tra la data della decorrenza giuridica e quella di presa in servizio effettivo (decorrenza economica).
Il pagamento del riscatto varia in base al criterio di calcolo applicato. Il metodo della riserva matematica deve essere applicato se il periodo da riscattare va calcolato con il metodo retributivo perché inserito entro il 31 dicembre del 1995 o entro il 31 dicembre 2011 per chi al 31 dicembre 1995 possiede già 18 anni di contributi. Questo tipo di metodo prevede prima il calcolo della pensione senza tenere in considerazione i periodi da riscattare, successivamente si effettua il calcolo della pensione facendo riferimento ai periodi da riscattare. Dopo questa operazione si calcola la differenza tra i due importi e al risultato si applica un coefficiente di riserva matematica che è influenzato dall’età, dal sesso, dagli anni di contributi e dalla categoria a cui appartiene il lavoratore. Il risultato generato costituisce il costo del riscatto che il lavoratore deve supportare e che può anche rateizzare.
La domanda per il riscatto può essere inviata da casa grazie al portale “Riscatti e ricongiunzioni“. Le domande devono essere inoltrate tramite uno di questi canali:
- WEB – servizi telematici accessibili al cittadino dal portale dell’Istituto;
- Contact Center Multicanale – che può essere contattato al numero 803.164 (per le utenze che chiamano da telefono fisso) o al numero 06164164 (per le chiamate da cellulari con tariffa a carico dell’utente);
- Patronati intermediari dell’Istituto – attraverso i loro servizi telematici.
Chi sceglie il servizio telematico accessibile dal sito INPS deve essere in possesso del Pin dispositivo, oppure dello SPID (Sistema Pubblico di identità Digitale), della CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o della CIE (Carta d’Identità Elettronica). Effettuata l’autenticazione bisogna selezionare l’opzione “Riscatti” per accedere alla home del servizio. Da questa pagina si può accedere alle seguenti funzioni:
- Nuova Domanda;
- Consultazione Domanda;
- Simulazione Riscatto Laurea;
- Manuale Utente;
- Schede Informative.
Una volta acquisite le informazioni, l’utente dovrà selezionare il tipo di riscatto per il quale vuole fare domanda e compilare le varie sezioni della domanda, allegando la relativa documentazione e scegliendo la modalità di pagamento prescelta. Dopo aver inserito queste informazioni e gli allegati è possibile visionare i dati inseriti. Se la verifica dà esito positivo, l’utente potrà inviare la domanda che sarà visualizzata nell’elenco delle proprie domande di riscatto, monitorando lo stato di avanzamento della pratica, il numero di protocollo e potrà stampare la ricevuta.