Chi da ripetizioni scolastiche deve pagare le tasse? Ecco cosa dice la legge

di Carolina Cassese

Spesso accade che ragazzi diplomati o laureati diano ripetizioni a studenti in difficoltà. Dunque, per le ripetizioni e lezioni private si pagano le tasse? Nulla vieta ad uno studente universitario o a un neo-diplomato di prestare ripetizioni scolastiche.  Sussistono, però, dei vincoli per chi è già docente. Costoro, infatti, devono osservare determinate condizioni. Tra queste, vi è una particolare tassazione.

I docenti che intendono svolgere attività di doposcuola devono comunicarlo al dirigente scolastico dell’istituto in cui prestano servizio, specificando il nome e la scuola che frequenta il ragazzo che ha richiesto l‘assistenza didattica extrascolastica. Il dirigente può accettare o respingere la richiesta una volta ascoltato il Consiglio di istituto. Il motivo di questo importante vincolo si intuisce facilmente: nessun docente deve giudicare l’allievo a cui ha dato le lezioni private a pagamento, previo annullamento dell’esame.

Le ripetizioni e le lezioni private sono altresì vietate ai docenti laddove il destinatario sia un proprio allievo. Tuttavia, non è escluso che il professore possa aiutare a pagamento un ragazzo in difficoltà dopo la scuola. Pertanto, quali sono le tasse che devono pagare i docenti? Nel 2019 è stata introdotta per i professori una flat tax al 15% al fine di eliminare le ripetizioni in nero. La flat tax al 15% è riservata ai docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado ed è facoltativa, nel senso che il docente può aderire ad un regime fiscale ordinario.

Il docente può emettere una ricevuta non soggetta ad Iva. Se paga direttamente lo studente questa non sarà soggetta a ritenuta d’acconto, non essendo il ragazzo un sostituto d’imposta. Occorrerà, invece, la ritenuta d’acconto se chi paga è l’associazione o la cooperativa che organizza il doposcuola, essendo considerate sostituti d’imposta. Sarà dunque obbligatorio applicare la marca da bollo da 2 euro se il compenso supera i 77,47 euro.

Bisogna sottolineare che i compensi da lavoro autonomo occasionale possono essere detratti a meno che non si fruisca, per lo stesso periodo di lavoro, della detrazione per redditi di lavoro dipendente o di pensione. Se oltre ai compensi di lavoro autonomo occasionale non si possiedono altri redditi e non superano i 4.800 euro, per effetto della detrazione, l’Irpef non è dovuta.

Infine, i neo diplomati e laureati, in attesa di sbocchi di lavoro, devono pagare le tasse? Dire di no vorrebbe significare  svolgere un lavoro illegale: qualsiasi tipo di reddito deve essere dichiarato ed è passibile di essere tassato. Se si prendono dei soldi in nero si sta commettendo un illecito per il quale è previsto il pagamento di una multa. Pertanto, chi dà ripetizioni private deve dichiarare ciò che guadagna sul Modello Unico della dichiarazione dei redditi, dichiarazione che deve essere anticipata dall’apertura della partita Iva. Dopo aver effettuato tale passaggio, l’interessato potrà scegliere il regime fiscale più conveniente, non dimenticando che per i primi cinque anni avrà la possibilità di aderire al regime che prevede un’aliquota sostitutiva del 5%.

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