La condotta di chi minaccia una persona di diffondere del materiale privato per ottenere da questa “favori” sessuali può comportare diversi illeciti penali quali, ad esempio, lo stalking, la violenza sessuale, la minaccia o il revenge porn. Una recente sentenza del Tribunale di Potenza, n. 468 del 24 maggio 2023, stabilisce i casi in cui il ricatto sessuale è reato. Chiedere un rapporto sessuale a una persona contro la volontà, integra il reato di violenza sessuale.
Il dissenso della vittima può essere desunto da una molteplicità di fattori. Se una persona chiede insistentemente un rapporto sessuale a un’altra, con minacce di vario genere, ivi compresa la diffusione di materiale hard, può essere incriminato per il reato di stalking. È necessario che la condotta del reo sia ripetuta nel tempo e che crei uno stato di grave timore o di ansia nella vittima. Nell’ipotesi in cui sia la vittima stessa a volere l’atto sessuale, chiedendo in cambio la cancellazione delle foto erotiche, si configura non più lo stalking né la violenza sessuale, ma il reato di minaccia.
Nel caso esaminato dal Tribunale di Potenza con sentenza n. 468/2023, la vittima aveva dichiarato di essersi sottoposta a rapporti sessuali per timore della divulgazione di immagini compromettenti; il suo consenso, pertanto, era stato viziato da pressione psicologica. Il fenomeno del revenge porn è stato affrontato grazie all’articolo 612-ter nel Codice penale. Questa norma sanziona chiunque diffonda, ceda, pubblichi o distribuisca, senza il consenso della persona coinvolta, immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, acquisiti o prodotti in un contesto di intimità.
Un esempio di revenge porn può essere quello di un ex partner che, a seguito della fine di una relazione, decide di pubblicare online delle foto o video intimi ricevuti durante il rapporto sentimentale. La legge prevede per i trasgressori una pena detentiva da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15.000 euro. La gravità della sanzione sottolinea l’intenzione del legislatore di contrastare con fermezza questo tipo di violazioni, riconoscendone l’alto potenziale lesivo. Al di là delle sanzioni penali, la legge garantisce una tutela alle vittime di revenge porn, consentendo loro di ottenere la rimozione dei contenuti lesivi da internet e, in alcuni casi, il risarcimento del danno subito.