Napoli – La ludopatia ha ormai assunto i contorni di una vera e propria piaga, quasi un’emergenza sociale che affligge migliaia di famiglie colpendo i soggetti più deboli o in condizioni di difficoltà. Contro questo fenomeno si sono organizzati ampi strati della società civile italiana e campana dando vita a movimenti d’opinione che si sono fatti portavoce di sofferenze rimaste troppo a lungo inascoltate dallo Stato.
Il Gruppo UDC nel Consiglio Regionale della Campania ha promosso le ragioni della battaglia contro la ludopatia e ha presentato due proposte finalizzate all’introduzione di norme specifiche in grado di dotare la Regione Campania degli strumenti necessari per arginare il dilagare del fenomeno.
L’approccio concreto scelto per condurre questo importante lavoro ha prodotto buoni risultati: con la finanziaria del 2013 la Regione ha deliberato l’istituzione di un Osservatorio Regionale sulla dipendenza da gioco d’azzardo e con il collegato alla finanziaria del 2014 la Regione si è impegnata a istituire il marchio Slot Free e a promuovere specifiche iniziative di educazione e sensibilizzazione in collaborazione con i soggetti del Terzo Settore, gli enti locali, le Asl e le istituzioni scolastiche.
La norma con la quale la Regione ha istituito l’Osservatorio prevedeva che entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore il Presidente della Giunta regionale desse concretamente inizio ai suoi lavori.
Bene, a tutt’oggi l’Osservatorio non è stato istituito. È bene ricordare che la partecipazione ai lavori dell’Osservatorio è del tutto gratuita e quindi non incide sulle casse della Regione. A maggior ragione quindi non si spiega l’inerzia totale che ha finora caratterizzato la non azione del Presidente Caldoro: il gruppo UDC ha fatto tutto quello che doveva, confrontandosi con associazioni, enti e parrocchie, predisponendo i testi di legge e curando il loro iter fino all’approvazione. Proprio nel momento in cui i provvedimenti sono passati in mano all’organo esecutivo e dovevano appunto essere eseguiti sono stati inspiegabilmente accantonati. Ma non dimenticati, almeno non da noi e di sicuro non dalle molte associazioni che hanno seguito con interesse e grandi aspettative che la loro Regione si muovesse.
Questa vicenda incide sul senso stesso dello stare in coalizione: ci si allea perché si hanno e si condividono obiettivi comuni. Se questi vengono meno, viene meno anche il senso di un’alleanza, a maggior ragione se manca la sintonia su una battaglia fondamentale che riguarda un tema di frontiera come la ludopatia che interessa migliaia di famiglie campane.