Ferrari, ville, redditi di oltre 50mila euro e addirittura condanne per mafia. 237 “furbetti” tra aprile e dicembre 2019 avevamno richiesto il reddito di cittadinanza e in circa 9 mesi avevano ottenuto quasi 870mila euro. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Locri in un’altra operazione sulle truffe al RdC in Calabria.
In molte Dsu, ovvero le Dichiarazioni Sostitutive Uniche che sono alla base della richiesta di Reddito di Cittadinanza, è stata riscontrata l’omessa indicazione di componenti del nucleo familiare anagrafico, del coniuge non separato, oltre al possesso di redditi, di beni mobili come veicoli e moto ed immobili, tra cui terreni e fabbricati.
Ma tra i furbetti ci sarebbero anche due detenuti per mafia, finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Canada Connection“, oltre ad un’intera famiglia, legata secondo gli inquirenti ad una cosca della ‘Ndrangheta. Ma non è finita qui, perché tra gli oltre 200 indagati ci sono anche diversi soggetti titolari di redditi oltre i 55mila euro, alcuni intestatari di ville ed auto di lusso, tra cui una Ferrari, e titolari di attività imprenditoriali con partita Iva che però non avevano presentato alcuna dichiarazione dei redditi.
In conclusione, l’autorità giudiziaria ha deferito i 237 furbetti del reddito e altri 73 che avevano sottoscritto le false Dsu; il rischio è di condanne con reclusione da due a sei anni e da uno a tre anni. Inevitabile, a questo punto, la cessazione dell’elargizaione del Reddito per i prossimi mesi, mentre spetterà all’INPS provvedere a recuperare gli 870mila euro indebitamente sottratti allo Stato.