Parlando di Cannes 2024, non si può non volgere lo sguardo al 2023 e parlare del film “Rapito” di Marco Bellocchio, presente da poco sulla piattaforma Sky Cinema. Il film, tratto dal libro di Daniele Scalise, ha riscosso un enorme successo in Italia, primo tra le classifiche di incasso ad ottobre del 2023 per diverse settimane. Ho avuto il piacere di incontrare il maestro Bellocchio all’uscita del cinema America Hall a Napoli e di esprimergli la mia profonda ammirazione per il suo lavoro in generale, ma in particolare per il film “Rapito” che mi ha tenuta incollata alla sedia per tutta la visione, completamente assorbita dalla storia.
Il film è una narrazione storica, lucida e poetica, del caso Mortara. Un bambino di origine ebraica sottratto con la forza alla famiglia nel 1858 perchè battezzato di nascosto dalla balia. Il bambino cresce e viene educato all’interno dell’istituzione ecclesiastica, sotto la protezione di Pio IX, fino a diventare prete. Le comunità ebraiche del Piemonte, insieme a quelle d’Inghilterra e di Francia, protestano formalmente per l’accaduto. Interviene perfino Napoleone III e il primo ministro piemontese Cavour in difesa della famiglia, ma invano. Pio IX non cede quell’anima che secondo Lui deve consacrarsi alla religione cattolica
La sceneggiatura, scritta dal regista insieme a Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati e Daniela Ceselli e la consulenza storica di Pina Totaro, mette a confronto la religione cattolica e la religione ebraica, il modo differente di pregare, i dogmi, i riti e gli ambienti dove si consacrano le due religioni. Ma ci mette anche al corrente di una ricostruzione storica perlopiù sconosciuta a molti. Secondo la normativa varata da Papa Benedetto XIV nel febbraio del 1747, ogni bambino battezzato doveva essere educato cattolicamente, anche contro la volontà dei genitori. Ed è quello che succede nel film. Il sottofondo musicale di Fabio Massimo Capogrosso aumenta la suspense e il cast è strepitoso: dal piccolo Enea Sala (Edgardo Mortara) a Fausto Russo Alesi (il padre), passando per Barbara Ronchi (la madre), Leonardo Maltese (Edgardo adulto), Fabrizio Gifuni (l’inquisitore domenicano Pier Gaetano Feletti) e Filippo Timi (il cardinale Giacomo Antonelli), fino a Paolo Pierobon (Papa Pio IX).
Il festival del cinema di Cannes 2023 non ha reso giustizia al film perché non gli è stato riconosciuto alcun premio, tuttavia in Italia è stato accolto molto bene dalla critica. D’altra parte, i registi italiani vengono sempre un po’ snobbati a Cannes (vedi il film di Sorrentino di quest’anno).