Professori e ricercatori universitari minacciano uno sciopero che potrebbe paralizzare le prossime sessioni d’esame. La protesta riguarda gli scatti di stipendio che per la categoria non vengono adeguati dal 2011. Non è il primo sciopero che punta a portare all’attenzione del ministero questa problematica. La novità è nella tipologia di protesta, in quanto questa volta non si prevede l’assenza dalle lezioni o dall’orario d’ufficio ma un’assenza ben più pesante, durante la sessione d’esami autunnale. Tra il 28 agosto e il 31 ottobre si tengono infatti in tutte le università d’Italia gli esami autunnali, spesso molto frequentati dagli studenti che scelgono di studiare durante l’estate. Al momento circa il 10% del corpo docente ha aderito all’iniziativa, un numero pari a 5.444 tra professori, ordinari e non, e ricercatori. Nel corso degli ultimi anni tra il MIUR e il corpo docenti universitario non si è giunti ad un accordo, e gli incontri passati non hanno portato a nulla di concreto. Va detto che i professori aderenti allo sciopero si stanno organizzando per cercare di garantire almeno una data d’appello all’interno di questa sessione, cercando di non penalizzare eccessivamente gli studenti, incolpevoli in questa situazione. Per ora si attende una risposta dal ministro Fedeli che possa riaprire il dialogo con i professori.
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Marco Sigillo
Classe 1991, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università Federico II di Napoli. Appassionato di comunicazione e scrittura, collabora con Zerottouno News dal dicembre 2015, interessandosi soprattutto di temi di portata nazionale ed internazionale. Giornalista pubblicista dal 2019. Sul nostro canale Instragram ha una sua personale rubrica: "Pillole di Politica".
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