I dati fanno pensare che nel decennio 2010 le banche non siano riuscite ad applicare politiche di raccolta efficaci: l’ammontare della raccolta di depositi arriva a 230 miliardi di euro ma d’altro canto la raccolta di obbligazioni si attesta sui 288 miliardi, per un calo netto di 58 miliardi di euro.
Allo stato attuale dei fatti risulta evidente come il cliente di una banca preferisca depositare soldi solo per conservare il suo patrimonio e non sia per nulla propenso a investire i suoi averi. Tale scelta è frutto evidente della crisi bancaria contemporanea che scoraggia, dalla prospettiva del cliente, qualunque tipo di investimento, con rischio di scarso ritorno economico e mancanza di liquidità. Sarebbe auspicabile un inversione di tale tendenza , con clienti che vadano a investire in obbligazioni piuttosto che far ristagnare i propri soldi su conti correnti.
Alla luce di quanto visto si può andare ad analizzare l’approccio migliore alla situazione: i tassi molto contenuti che non invogliano a investimenti a lungo termine fanno slittare l’interesse verso ritorni a breve scadenza. A questo si aggiunge anche una poca chiarezza nel profilo di rendimento degli investimenti spronano il cliente a non considerare tale opzione e ad indirizzarsi verso alternative più stabili.
Questo era ampiamente preventivabile visto l’andamento finanziario degli ultimi anni e la risposta della clientela bancaria non è tardata ad arrivare, portando con sé una maggiore attenzione verso la liquidità immediatamente disponibile e frenando fortemente iniziative di investimento con rendimenti prospettati su tempi lunghi.
La manovra più intelligente in tale ottica è stata l’introduzione dei conti deposito, che il mercato ha subito premiato in virtù della capacità di tale opzione di soddisfare le esigenze di una grossa fetta di clienti: innanzitutto la durata contenuta riesce a raggiungere un ottimo compromesso tra impegno di risorse da parte della banca e esigenza di garanzie da parte del cliente.
L’opzione conto deposito quindi nasce come risposta, arguta, alla situazione finanziaria critica contemporanea: per quanto il mercato abbia dato feedback fortemente positivi a tale soluzione con gli esempi Widiba e Rendimax, resta comunque un espediente di emergenza per arginare le problematiche attuali.
Senza ombra di dubbio la sostenibilità dei conti deposito in ottica di un economia solida e salubre resta da discutere e verificare, con la speranza di vedere il ritorno ad un trend di crescita degli investimenti una volta superata la crisi.