Ancora una volta i migranti trasferiti dall’Italia all’Albania sono tornati indietro. Sbarcati a Bari e poi accompagnati al Cara di Palese i 43 migranti provenienti dall’Albania dopo che la Corte d’Appello di Roma non ha convalidato il loro trattenimento. Il Governo però non demorde: “Si va avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”.
Secondo le fonti del Viminale, infatti, questo sarebbe “il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei ministri europei”. I migranti in questione sono cittadini bengalesi ed egiziani ed erano arrivati a Lampedusa. I giudici di Roma, ad oggi, hanno rimesso la decisione alla prossima pronuncia della Corte europea di Giustizia sui Paesi sicuri.
Ma perchè i migranti sono stati rispediti indietro dall’Albania per la terza volta? A spiegarlo è Pagella Politica: secondo la giustizia italiana la definizione di “Paese sicuro” da parte del Governo non corrispondente a quella che invece ne da la normativa comunitaria. Il nodo riguarda le regioni del “Paese sicuro”: per la Corte di Giustizia la definizione deve estendersi a tutte le parti del suo territorio, mentre l’attuale normativa italiana ritiene che si possa designare un Paese “sicuro” anche se in alcune regioni di esso ci sono dei conflitti o delle situazioni di pericolosità. Per questo motivo, visto che Bangladesh ed Egitto hanno al loro interno regioni o territori in cui non sarebbero garantiti i crismi della sicurezza e della democrazia e non sarebbero quindi “Paesi sicuri” in cui far espatriare nuovamente i migranti, per cui anche questa volta la Corte d’Appello di Roma non ha convalidato il passaggio dei migranti in Albania.