“Quel servizio appartiene alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario. La trasmissione ha tentato di riesumare le infamanti, paradossali accuse di una presunta vicinanza di mio padre alla criminalità organizzata. Accuse ormai vecchie un quarto di secolo e tutte regolarmente sepolte sotto le plurime archiviazioni“. Lo ha dichiarato Marina Berlusconi commentando un servizio di Report sul papà Silvio.
Rapida la risposta del conduttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci, che ha difeso il lavoro della redazione: “E’ stata un’inchiesta rigorosa, basata su documenti e dichiarazioni vagliate dai magistrati”.
Le polemiche hanno inevitabilmente risvegliato il dibattito politico sulla figura di Berlusconi. Le forze di centrodestra si sono schierate al fianco di Marina Berlusconi e Forza Italia ha chiesto ai vertici della Rai di intervenire immediatamente “per fermare questo scempio”. D’altro cant, per il Pd e il M5S si tratta di un tentativo di censura, così come per la presidente della Commissione di Vigilanza Rai che promette che non ci sarà nessun nuovo “editto bulgaro”.
Il servizio, a cura di Paolo Mondiani, ha parlato soprattutto dell’inchiesta fiorentina sui mandanti esterni delle stragi mafiose del 1993 a Firenze, Roma e Milano. Per i magistrati toscani quegli attentati sarebbero stati al centro di un accordo fra Cosa Nostra e Marcello Dell’Utri, che avrebbe agito in quel caso come intermediario di Berlusconi, con l’obiettivo di creare un clima favorevole all’affermazione nelle urne di Forza Italia, formazione politica appena nata proprio in quel periodo storico.
