Il PKK ha dichiarato il cessate il fuoco e, tramite il suo leader Ocalan, dovrà provvedere al disarmo e allo scioglimento. Da 40 anni il Partito dei Lavoratori Curdi è impegnato in un conflitto civile interno con lo Stato turco. A causa degli attentati e della repressione governativa in Turchia, si sono contati migliaia di morti (15mila secondo i dati ufficiali ma molti parlano anche di 40mila).
Il PKK è stato fondato il 28 novembre 1978 nel quartiere Lice di Diyarbakır. Ad oggi è considerato un’organizzazione terroristica dall’Unione europea, dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Francia, dalla Turchia e da molti altri Stati. Il suo leader, Abdullah Ocalan, è rinchiuso nella prigione di Imrali dal 1999, quando è stato condannato all’ergastolo per aver fondato e guidato il PKK.
Secondo quanto ricostruito da Il Post, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta il gruppo aveva due obiettivi: favorire la rivoluzione comunista internazionale e creare uno stato indipendente per i curdi della Turchia. La scelta immediatamente si spostò verso la lotta armata con azioni di guerriglia e piccoli attentati. Nel 1984 poi fu avviata una grande insurrezione armata nel sud-est del paese, dove vive la maggioranza dei curdi turchi. In quel periodo la Turchia era retto spesso da giunte militari e, pur essendo oltre il 15 per cento della popolazione turca, minoranze come i curdi erano oppresse. L’insurrezione del 1984 fu estremamente violenta e provocò immediatamente migliaia di morti. Nella pratica, dal 1984 è iniziata la guerra civile tra Turchia e PKK.
Oltre alle operazioni militari, il PKK ha compiuto numerosi omicidi mirati e attentati terroristici, compresi attacchi suicidi, mentre nel Kurdistan turco l’esercito regolare ha distrutto interi villaggi e uccise e torturò moltissimi civili. In Turchia i curdi hanno avuto una vita non facile, anche dal punto di vista sociale e culturale. Col tempo, tuttavia, gli arresti fiaccarono la potenza del PKK e i leader furono costretti all’esilio. Ocalan trovò asilo in diversi Stati, tra cui anche l’Italia, ma alla fine fu arrestato nel sul finire degli anni Novanta dai servizi segreti mentre era in Kenya.
Negli anni il PKK ha diverse volte annunciate il cessate il fuoco, portando avanti anche periodi di pace molto duraturi ma gli analisti ritengono che l’attuale momento sia realmente propizio per porre fine al conflitto. In 40 anni la guerra è stata “spostata” anche in Siria e in Iraq dove sono presenti molti nuclei combattenti curdi. E’ molto probabile che, nonostante l’appello del leader, le cellule locali in quei Paesi continueranno a combattere.