Marino Niola, celebre antropologo napoletano, intervistato sul significato dei botti di capodanno e sui tanti appelli, sulle ordinanze che vietano l’uso dei botti per la loro pericolosità, non demonizza questo rito, in quanto rappresenta il rumore, la folla, il fuoco, le grida come il caos che precede la nascita di qualcosa. Sin dall’antichità l’uomo ha celebrato i momenti di passaggio con il fuoco e il rumore perché il fuoco serve a rischiarare il cammino verso il nuovo e a eliminare tutti i residui cattivi del passato e allontanare le forze negative.
Alla domanda se oggi l’usanza di sparare i botti conserva anche inconsciamente le ragioni del rito del fuoco, risponde che, la globalizzazione della società, potrebbe dare al fuoco tutt’altro significato ma non è sicuro, in quanto nell’uomo convivono sempre aspetti ancestrali e moderni , mescolandosi spesso in maniera molto originale.
Per questo spiega l’antropologo, che l’usanza di sparare i botti oggi è diventata privata( ognuno spara a casa sua) invece anticamente era un rito collettivo.
Pero non è d’accordo con chi vuole demonizzare questa usanza.
Ma dichiara: “E’ sacrosanto fare dei controlli, soprattutto per combattere le vendite illegali. Ma è stupido vietare i botti. Se uno vuole farsi male che sia libero di farlo, purché non ne faccia agli altri”.