Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è andato a Napoli per firmare il “Patto” per la città. In arrivo per la svolta della città 1,231 miliardi in venti anni, ovvero la parte più significativa dei 2,67 miliardi che il Governo ha destinato alle città più in crisi. “I divari territoriali sono diventati ormai insopportabili – ha affermato Draghi – Basti pensare che il reddito pro capite del Mezzogiorno è la metà di quello del Centro Nord ma, allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione è più del doppio. Per far ripartire il processo di convergenza fermo da 50 anni dobbiamo superare questi ostacoli. Noi abbiamo il dovere di ammettere l’esistenza di una questione meridionale ma allo stesso tempo dobbiamo evitare che tutto ciò si riduca solo a sterili rivendicazioni“.
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“Con la firma del Patto per Napoli scriviamo una nuova pagina per la nostra città: risorse in cambio di impegni per riforme e investimenti, con obiettivi di qualità e tempi certi – ha affermato il sindaco Gaetano Manfredi – Grazie al presidente Mario Draghi, la sua presenza a Napoli è un segnale di vicinanza e di attenzione. Grazie al ministro Franco e al sottosegretario Garofoli che hanno creduto in questo grande progetto di rilancio. Grazie a tutte le forze politiche che lo hanno fortemente sostenuto. E grazie ai napoletani che hanno posto fiducia nella nostra azione amministrativa. Oggi, per Napoli, è un giorno di ripartenza“.
“Quella di oggi è una giornata importante per Napoli, rappresenta, come ha detto il sindaco Manfredi, un momento fondamentale per il rilancio dell’azione amministrativa e la costruzione di un futuro migliore per la nostra città – afferma in una nota il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto – Con la firma del Patto per Napoli avvenuta alla presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi, possiamo ripartire. È un primo segnale per l’intero Mezzogiorno d’Italia. Siamo d’accordo con il presidente Draghi quando afferma che l’obiettivo del governo è quello di colmare i divari territoriali ormai insopportabili. Senza questa battaglia contro le diseguaglianze territoriali, le diseguaglianze economiche e sociali non c’è ripartenza per il nostro Paese”.
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