Nola, coronavirus e pasticceria: “Ci riprenderemo solo quando sarà tornata la normalità, il Governo ci tuteli”

di Redazione Zerottouno News

Il coronavirus nella Fase 2 rischia di mietere molte “vittime” anche tra imprenditori e commercianti. Tanti i settori che riapriranno a singhiozzo, tanti quelli che ancora non riapriranno. Tutti, chi più chi meno, vedranno però cambiati i loro modi di lavorare. Stiamo dando voce a diverse categorie di commercianti del Nolano per capire i cambiamenti del settore. Questa la testimonianza della Pasticceria Minichini. Anche il comparto della pasticceria ha subito restrizioni ed ha ripreso solo da fine aprile le attività.

“Che cambiamenti ha comportato questa crisi sanitaria per voi e il vostro settore?”

Il coronavirus ha provocato cambiamenti radicali nelle abitudini di tutte le persone e ha spinto tutti noi ad una rimodulazione della dimensione lavorativa, al fine di garantire la salute e la sicurezza di tutti. Siamo passati da un tempo intenso di lavoro ad uno stop repentino e questo ha causato non pochi problemi. Il nostro settore è chiamato a tenere viva la sua macchina lavorativa e ci spinge a fare qualcosa di più. Pensiamo, ad esempio, a nuove forme di contatto con i clienti come gli ordini telefonici e le consegne domiciliari, ma ci ha consegnato anche un tempo in cui è possibile migliorare le nostre conoscenze verso il mondo del dolce e del caffè. Non sarà facile ripartire, soprattutto perché non sappiamo se la gente si riapproprierà delle sue abitudini, del piacere di incontrarsi, di condividere momenti in comune. Certo è che dovremmo rimboccarci le maniche, anche se molte cose dipenderanno dalla capacità di tutti noi a normalizzare i nostri comportamenti.

“Come può riprendersi il settore? Il Governo vi sta tutelando?”

Allo stato attuale non ci sentiamo tutelati da particolari protocolli che possano rispettare la natura del lavoro della nostra azienda, soprattutto per quanto riguarda quello del nostro pasticcere Francesco Minichini. Non è solo il problema di cosa fare, ma la sensazione è che il Governo non sappia programmare il nostro futuro. Ma non ha neanche pensato di erogare un’assistenza economica valida, come ad esempio aiuti a fondo perduto, sostanziose riduzioni della fiscalità, insomma quei dispositivi che ci possano aiutare nell’immediato a superare l’enormità di questo momento. La cosa che ci potrà aiutare maggiormente, al di là del Governo e dell’UE, sarà un ritorno al clima sereno a cui abbiamo dedicato tutte le nostre energie.

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