Pochi giorni fa è stato rilasciato negli Usa il primo passaporto con genere neutro. Nella casella riservata al sesso presenta una ‘X’ per le persone che non si identificano nel genere binario. L’America, quindi, sulla scia di altri Paesi come Canada, Australia, India e Olanda, si è unita all’apertura a questa possibilità. La spinta verso queste nuove conquiste è data dallo stesso Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha promesso che si sarebbe impegnato maggiormente a favore della comunità arcobaleno ed infatti ha nominato un “inviato speciale”, Jessica Stern, per promuovere i diritti umani lgbtq+ in tutto il mondo. La Stern ha dichiarato che la nuova designazione di genere sul passaporto è un tentativo di ridurre “le molestie e i maltrattamenti disumanizzanti che spesso si verificano ai valichi di frontiera, quando la documentazione legale di una persona non corrisponde alla sua espressione di genere“.
Il primo americano a cui è stato rilasciato il passaporto con questa nuova dicitura è Dana Zzyym, un attivista intersessuale, ex militare della Marina, nato nel 1958, che citò in giudizio il Dipartimento di Stato già nel 2015. A Zzyym, che si identifica nel genere non binario, era stato precedentemente negato il passaporto per aver omesso di contrassegnare con ‘maschio’ o ‘femmina’ la casella relativa al sesso. Il Portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha affermato: “voglio ribadire, in occasione dell’emissione di questo passaporto, l’impegno del Dipartimento di Stato a promuovere la libertà, la dignità e l’eguaglianza di tutte le persone”.
Se queste sono le parole utilizzate oltreoceano, in Italia le istituzioni sembrerebbero ben lontane dal rispecchiare la realtà dei fatti. In Italia, l’arrivo ad passo avanti del genere sembra ancora un miraggio. Infatti, a svantaggio della comunità lgbtq+, il 27 ottobre, in Senato, è stato affossato il tanto discusso ddl Zan (Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità). Una scelta che continua a fare in modo che omosessuali, disabili, etc. non siano pienamente tutelati dai crimini d’odio; per molti la sua approvazione rappresentava una conquista di civiltà.
Sui quotidiani di tutto il mondo la notizia è stata riportata per larghi tratti, soprattutto per la poco rispettosa reazione di alcuni politici che hanno festeggiato l’affossamento con applausi, urla e risate. La notte tra il 28 e il 29 ottobre si sono riunite in piazza moltissime persone per protestare, prima a Milano, poi a Roma, Bologna e Torino e tuttora susseguono diverse manifestazioni. Un nuovo ddl attinente, ma con testo diverso, potrà essere presentato soltanto tra 6 mesi.