Unione Europea: quali sono i gruppi del Parlamento Europeo?

di Redazione Zerottouno News

Le Elezioni Europee sono alle porte. I cittadini dei 27 stati membri sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti per il Parlamento Europeo. Anche nell’Aula europea il funzionamento è uguale a quello dei Paesi che compongono l’Unione e quindi anche tra questi scranni si formano i gruppi politici. Ciascun gruppo politico provvede alla propria organizzazione interna ed elegge un presidente e un ufficio di presidenza, dotandosi altresì di una segreteria. In Aula i seggi sono attribuiti alle deputate e ai deputati in base alla loro appartenenza politica, da sinistra a destra, previo accordo con i presidenti dei gruppi. Prima di ogni votazione in Aula, i gruppi politici esaminano le relazioni elaborate dalle commissioni parlamentari e presentano emendamenti. La posizione adottata dal gruppo politico è definita mediante concertazione in seno al gruppo: nessun membro del gruppo politico può ricevere un’indicazione di voto obbligatoria.

Ad oggi i gruppi politici sono 7: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani); Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo; Renew Europe Group; Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea; Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei; Gruppo Identità e Democrazia; Il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo – GUE/NGL.

L’attuale presidente del Parlamento Europeo è la maltese Roberta Metsola, elettta nel 2022. I presidenti dei gruppi sono: Manfred Webner per il PPE, Iratxe Garcia per l’S&D, Stephane Sejourne per il Gruppo Renew Europe, Terry Reintke e Philippe Lamberts per i Verdi/ALE, Marco Zanni per ID, Ryszard Legutko e Nicola Procaccini per CRE, Manon Aubry e Martin Schirdewan per Sinistra Unitaria/Sinistra Verde Nordica.

Le Elezioni europee sono sempre imprevedibili. Quando, nel lontano 1979, i membri dell’Eurocamera furono eletti per la prima volta (prima venivano designati dai parlamenti nazionali e non direttamente scelti dai cittadini), quasi il 62% degli aventi diritto di voto negli allora otto Stati membri decisero di recarsi alle urne. In Italia andò a votare ben l’85,65% della popolazione. I dati, col passar degli anni, calarono sensibilmente e si arrivò nel 2014 al record negativo del 42,61% di affluenza. Alle scorse tornate elettorali l’affluenza è aumentata di dieci punti percentuali e gli analisti ritengono che il trend possa aumentare anche nelle elezioni dell’8 e 9 giugno.

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